Page 43 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
P. 43

LA  CAMPAGNA  D'ITALIA:  GLI  ANGLO-AMERICANI                      43

               guerra mondiale, per risolvere una ovvia contraddizione tra l'interpreta-
               zione data dalla storiografia anglo-americana e quella italiana. Gli storici
               inglesi e americani, seguendo l'atteggiamento dei diplomatici e dei milita-
               ri durante la guerra, hanno spesso ignorato il contributo dei partigiani.<l2)
               La storiografia italiana, invece, è arrivata ad un altro estremo, assegnando
               probabilmente un'importanza eccessiva al ruolo militare della resistenza,
               fino ad attribuirle in alcuni casi il merito della liberazione del paese dagli
               occupanti tedeschi.  E auspicabile che la  revisione  storiografica  in Italia,
               iniziata negli studi sulla resistenza, restituisca una prospettiva meno pro-
               vinciale alle operazioni alleate e ai rapporti con la resistenza nella Campa-
               gna  d'Italia.
                    Si può concludere accennando al problema storiografico più genera-
               le  della  valutazione dei  risultati  conseguiti  dalla  campagna  italiana.  Già
               pochi mesi  dopo la  conclusione della guerra uno studio sulle operazioni
               militari condotte in Italia  preparato alla  Accademia militare americana,
               riassumeva così i risultati raggiunti e i limiti della campagna Italiana. "L'oc-
               cupazione dei porti italiani permise il rafforzamento  della potenza  navale alleata
               ed estese l'area controllata fino all'estremo limite dell'Adriatico; l'acquisizione delle
               basi aeree facilitò  le  operazioni per bombardare la Germania; l'occupazione di Ro-
               ma ebbe ripercussioni politiche e psicologiche ... ma l'elemento più importante di tutto
               il resto  fu  quello  di aprire  un  secondo  fronte  che  tenne  occupate  divisioni  tedesche
               che  altrimenti sarebbero  state  usate  contro  la  Russia" .<13)
                    Ammettendo che ci sarebbero state critiche per la lentezza delle ope-
               razioni e per l'eccessiva cautela con cui esse erano state condotte, gli auto-
               ri dello studio ricordavano che l'Italia era un "teatro secondario", cui erano
               state assegnate un limitato numero di divisioni; per questo la guerra con-
               tro la Germania poteva essere vinta più a nord in Europa, ma non in Ita-
               lia.  Questi  condizionamenti  avevano  reso  la  campagna  d'Italia  una
               campagna "difficile". Lo studio concludeva che "un'altra e più fondamenta-
                                                                                   4
               le domanda è quella se gli alleati avrebbero  dovuto  attuare lo  sbarco  in Italia" .0 l
                    Cinquanta  anni  dopo  la  fine  della  seconda guerra  mondiale la  do-
               manda sul ruolo della Campagna d'Italia e sulla sua razionalità ed utilità



               (12)  Per un tentativo  di  spiegare l'atteggiamento degli  alleati si  veda  E.  Aga  Rossi,  La
                   politica  anglo-americana  verso  la  resistenza  italiana,  cit.
               (13)  United States Military Academy, Department ofMilitary Art and Engineering, Ope-
                   rations  in  Sicily  and ltaly  (July  1943  to  May  1945),  West  Point,  1945,  p .  97.
               (14)  Ibidem.  p.  98.








   II-VOLUME-QUINTO_ANNO.indd   43                                                      07/03/16   14:53
   38   39   40   41   42   43   44   45   46   47   48