Page 42 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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42 ELENA AGA ROSSI
pere il sistema difensivo tedesco e arrivare a Bologna si scontrò con la
determinazione del comando tedesco di impedire che gli anglo-americani
arrivassero ai confini della Germania. Le truppe di Kesselring avrebbero
continuato ad occupare l'Italia del nord e i tedeschi avrebbero sfruttato
le sue industrie fino alla fine. Soltanto alla vigilia del crollo militare tede-
sco le operazioni alleate sarebbero state riprese con la liberazione totale
del paese.
Rapporti tra le autorità militari anglo-americane e la resistenza: il pro-
clama Alexander
Nel 1944 le forze alleate ebbero contatti sempre più frequenti con
il movimento di resistenza italiano e pur con comprensibili diffidenze re-
ciproche, si stabilirono proficui rapporti di collaborazione. Non si deve
dimenticare però che, nell'ambito dei movimenti di resistenza europei i
partigiani italiani erano molto meno numerosi e organizzati dei partigia-
ni jugoslavi, e dal punto di vista anglo-americano, inoltre, avevano mino-
re importanza militare, data la marginalità del teatro di guerra italiano
rispetto a quello francese. Per queste ragioni essi ricevettero minori aiuti
dei partigiani jugoslavi o francesi. Un approfondimento ed una oggettiva
valutazione del rapporto tra la resistenza italiana e gli anglo-americani ri-
mane ancora oggi un importante compito storiografico. Negli anni del mon-
do bipolare la storiografia italiana ha spesso tentato di spiegare la scarsità
di aiuti alleati, e in particolare l'episodio del proclama Alexander del no-
vembre 1944, con motivazioni politiche, con la volontà cioè di impedire
lo sviluppo del movimento di resistenza, se non di liquidarlo. Si è addirit-
tura scritto che gli anglo-americani si erano fermati sulla linea gotica non
per motivazioni di carattere militare, ma per concedere ai tedeschi la pos-
sibilità di liquidare la resistenza italiana. Queste interpretazioni, tipiche
delle prime ricostruzioni storiografiche nel periodo della guerra fredda -
ad esempio in un'opera "militante" come quella di Roberto Battaglia-
non hanno più nessuna giustificazione scientifica in questi ultimi anni,
quando è possibile documentarsi su ogni aspetto della strategia alleata. O l )
Una valutazione oggettiva del ruolo del movimento partigiano in Ita-
lia rimane un altro importante compito della storiografia della seconda
(11) Eppure in un saggio incluso nel volume collettaneo su Linea gotica 1944, Milano,
Franco Angeli, 1985, si legge che il fallimento dell'offensiva anglo-americana non
può essere spiegata con "argomentazioni militari di comodo", ma fu dovuto alla " volon-
tà di non vincere degli americani" (intervento di Montemaggi, op. cit., p. 123).
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