Page 46 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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                    Inoltre, gli ufficiali partecipano a numerosi stages di Stato Maggiore.
                    La loro competenza in questo campo permette loro non solo di adat-
               tarsi senza difficoltà alla struttura di comando alleata, ma anche di conce-
               pire delle manovre. La  qualità delle suddette sarà il fattore essenziale del
               riconoscimento del CEF da parte degli Alleati.  Il valore delle truppe e dei
               capi  verrà  a  completare  il  lavoro.
                    Il CEF riunisce, per la prima volta sotto un medesimo comando, ele-
               menti dell'Armata d'Africa e Forze Francesi Libere. Esso ha alla sua testa
               un capo, il generale Juin, la cui esperienza, il cui senso del terreno e della
               manovra si impongono al comando alleato e dispone di una fanteria per-
               fettamente adatta alla guerra in montagna (mitragliatori marocchini, alge-
               rini e tunisini). Così sono unità perfettamente agguerrite e ormai rispettate
               quelle che sbarcheranno in Provenza nell'agosto  1944. La  campagna d'I-
               talia  costituisce  dunque un momento  privilegiato  per l'esercito  francese
               in  ricostruzione.


               Il CEF:  uomini,  capi e  unità

               l) Origine  delle  truppe  del  CEF

                    Per comprendere la specificità delle truppe stanziate nel Nord Afri-
               ca  che  costituiscono la  maggior  parte del  CEF,  bisogna  risalire  all' indo-
               mani della sconfitta del  1940. Il  7 settembre  1940, il generale Weygand
               è  nominato  delegato  del  governo  nell'Africa  francese.
                    Egli ha ai suoi ordini "L'esercito di transizione" definito dalla com-
               missione di armistizio di Torino. Inizialmente previsto in 30 000 uomini
               i  suoi  effettivi  saranno  portati  a  96 000  uomini  dopo  Mers-El  Kebir,  e
               a 127 000 a causa della minaccia di un'azione gollista in partenza dal Ciad.
                    Quell'esercito- "l'Armata d'Africa"- è il nocciolo del futuro CEF.
                    Il reclutamento di  quell'esercito è molto particolare, poiché la  trup-
               pa si  compone nella  maggior parte di  "indigeni", mentre i  quadri sono
               stati in maggioranza reclutati fra gli europei del Nord Africa. Il Marocco,
               l'Algeria  e la  Tunisia sono  dunque largamente chiamati a  contribuire e
               tutte  le  classi  sono  mobilitate.  Gli  effettivi  teorici  del  CEF O>  sono  di
               111 380  uomini  (di  cui  circa  il  40%  europei).



               (l)  Fonte:  Historiques  succints,  SHAT,  tomo  IV.








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