Page 531 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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530 ANDREA CURAMI - PAOLO FERRARI
vano essere garantiti da un accordo tra i due governi. Data la pessima
qualità dell'accordo raggiunto, era allora più opportuno non aggiungere
nulla all'accordo tra i due governi.
Sulla questione degli accordi con i tedeschi gli organi del CLN aveva-
no però una diversa posizione: Merzagora in una lettera inviata a Grotta-
nelli il 22 novembre, in riferimento alla lettera inviata da Grottanelli a
Rocca, criticava l'operato di entrambi, sostenendo che i tedeschi mirava-
no a d~re una veste legale al tentativo di attuare distruzioni e asportazio-
ni, e concludendo che era ''meglio subire il fatto bellico compiuto piuttosto che
trasformar/o in un accordo consensuale ... siamo di fronte ad un freddo piano di di-
struzione totale''. <96>
Osservazioni conclusive
Molte spiegazioni relative alle vicende che si sono affrontate vanno
certamente cercate in Svizzera, cioè nel paese nel quale operavano i rap-
presentanti dell'industria italiana (e segnatamente gli elettrici), e dal quale
negli anni precedenti molti capitali si erano spostati in direzione dell'in-
dustria italiana soprattutto del Nord, intrecciandosi con il capitale statu-
nitense che dal primo dopoguerra aveva iniziato a entrare nel settore
elettrico.
Nelle holding svizzere, inoltre, si stabilivano gli accordi di cartello
che legavano l'industria italiana a quella tedesca così come a quella ameri-
cana. In Svizzera operava Alleo Dulles, il capo dell'OSS che collaborava
con esponenti del capitale finanziario tedesco vicini agli organizzatori del-
l' attentato a Hitler del 20 luglio. Il territorio della Confederazione, in altri
termini, era uno dei luoghi nei quali era messa a punto la strategia volta
alla conservazione di un apparato produttivo dalle ramificazioni interna-
zionali e alla predisposizione deile condizioni e delle alleanze per la ripre-
sa produttiva dopo la fine della guerra.
Senza voler stabilire meccaniche e superficiali connessioni, è difficile
che gli interessi della grande finanza non arrivassero fino a chi pianificava
i bombardamenti alleati, né a coloro che potevano decidere sulla difesa
dell'industria elettrica italiana. Anche perché la partita giocata in Svizzera
non riguardava soltanto la limitazione dei danni di guerra, ma anche la
(96) Lecrera di Merzagora a Grottanelli, Milano, 22 novembre 1944, in Archivio In-
smli, Fondo Merzagora, b. 16, f. 13.
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