Page 526 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'INDUSTRIA  ITALIANA  AL SERVIZ IO  DEI  TEDESCH I                525


                    "L 'incontro di mercoledì (25  ottobre) fra Kesselring-Rahn-Leyers e T archi non
               ha avuto luogo perché Rahn si trova ancora a Berlino, però  Kessselring ha comuni-
               cato a Leyers che in linea di massima si trova d'accordo sulla inutilizzazione anzi-
               ché distruzione degli  impianti industriali.  Nel frattempo però  tutti gli impianti di
               Bologna sono stati completamente distrutti, i tedeschi dicono che ciò è avvenuto perché
               l'accordo  sulla inutilizzazione degli impianti non è stato ancora perfezionato.  Tar-
               chi mercoledì 25 in una riunione dei presidenti dei comitati industriali ha comuni-
               cato  le  discussioni  in  corso  circa  la  inutilizzazione  degli  impianti  ed  ha  inoltre
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               comunicato che i tedeschi evacueranno  la  zona compresa fra  Bologna e Ravenna". < l
                    Il  31  ottobre, in una riunione a Bergamo, presente per la  prima vol-
               ta  in  rappresentanza degli  elettrici l' ingegner Benedetto che difese il  pro-
               prio settore, mentre Rocca e Grottanelli sostennero che si poteva prevedere
               un'ampia salvaguardia  degli  impianti elettrici  data  la  paralisi  degli  altri
               settori industriali, i tedeschi vollero, ribadendo quanto affermato il  l 7 ot-
               tobre, puntare al contrario sulla paralizzazione degli impianti elettrici. "Ma
               i Comitati industriali, anziché tendere, come gli industriali elettrici temevano, verso
               questo desiderio dei germanici,  insisterono affinché si salvaguardassero gli impianti
               elettrici, talché fino  ad oggi nessuno dei Comitati ha riveduto, per attenuarle, le pa-
               ralizzazioni previste, appoggiando invece la difesa dell'industria elettrica.  In alcuni
               casi,  come per il Comitato della Siderurgia,  ci si è dichiarati disposti ad aggravare,
               anziché attenuare,  le paralisi previste, purché fosse salvaguardata quanto più possi-
               bile  l'integrità  degli  impianti  elettrici". <S9)
                    In un'altra riunione del  13  novembre svolta si  a  Bergamo,  Rocca  ri-
               badì le proprie preoccupazioni, sottolineando quanto fossero vitali gli im-
               pianti elettrici e come in mancanza di assicurazioni "nessuno di  noi potrebbe
               più dare alcuna collaborazione in nessuna forma" .<90l  Il  6 dicembre, a Milano,
               il  Comitato Centrale della Produzione industriale (dr.  Berna) chiedeva su
               proposta di Rocca che fosse garantita la salvaguardia dell'industria elettrica,



               (88)  Resoconto  redatto  a  mano,  in  Archivio  Insmli,  CVL,  b.  9,  f.  l ,  sf.  l.
               (89)  Archivio lnsmli, CVL, b. 9,  f.  l, sf.  l  ("Notiziario controspionaggio· rete B. Z.").
                    La  questione  meriterebbe  sicuramente  di  essere  approfondita,  poiché  risulta  che
                    in altre occasioni a poca distanza di  tempo gli  elettrici e i rappresentanti degli altri
                    settori industriali perseguissero al contrario obiettivi contrastanti, in quanto secon-
                    do l'ingegner Benedetto la "maggioranza delle indmtrie italiane"  mirava a salvarsi "a
                    spese  del  settore  elettrico"  (M.  Fini,  Oligarchia  elettrica  e Resistenza  di fronte  al problema
                    della difesa degli impianti.  Prime considerazioni sul caso della Società Edison,  cit., p.  238-239).
               (90)  Archivio  Insmli,  CVL,  b.  9,  f.  l,  sf.  l.








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