Page 523 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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522 ANDREA CURAMI - PAOLO FERRARI
struzione degli impianti e darà poi le istruzioni alle truppe incaricate delle distru-
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zioni stesse''. < >
Il precipitare della situazione anche sotto il profilo della gestione del-
l' economia non impedì a Leyers di impegnarsi, come per il passato, per
il massimo sfruttamento possibile dell'economia italiana a fini bellici. Co-
sì nel resoconto della riunione svoltasi a Bergamo il 13 novembre leggia-
mo che il generale tedesco:
"esamina la situazione dell'industria italiana e afferma che occorre di soppe-
rire con l'energia elettrica alla mancanza di carbone. L'Industria /tal. deve andare
incontro alle necessità belliche e sfruttare gli impianti esistenti, è necessario che ci
si convinca che è inutile costruire armi e apparecchi per aviazione ormai sorpassati
e inutili. Esige che le maestranze siano meglio compensate e meglio provvedute di
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alimenti anche per le famiglie". < >
Non vi era però sicurezza che la linea della conservazione degli im-
pianti, salvo la loro temporanea "paralizzazione", fosse effettivamente
seguita:
"ottobre '44
Nella scorsa settimana fu tenuta a Milano sotto la presidenza di T archi una riu-
nione di tutti i presidenti italiani dei comitati dei vari settori industriali. In tale
occasione il presidente della siderurgia fece presente come fosse impossibile non solo
a collaborare ma semplicemente a trattare con i tedeschi date le distruzioni vandali-
che ed in molti casi assolutamente ingiustificate di tutti gli impianti industriali,
chimici, idroelettrici, ecc. compiuti da genieri tedeschi prima di ritirarsi. Questo di-
scorso incontrò l'incondizionata accettazione di tutti gli altri presidenti ed impensierì
molto il T archi già al corrente dei fatti (da informazioni avute risulterebbe che il
T archi nelle discussioni coi tedeschi sarebbe molto poco concilievole). Al mattino se-
guente il Tarchi parlò con Mussolini in proposito. Mussolini parlò con Hitler pre-
gando/o di dare istruzioni a Kesselring perché per le grandi industrie dell'Italia
(84) Appunti in Archivio Insmli, CVL, b. 9, f. l, sf. l " Notiziario controspionaggio
- rete B. Z.". Il documento prosegue precisando che "A Bologna sono cominciate le
distruzioni degli impianti, fra l'altro è stato distrutto un trasformatore da 50 000 kwh ...
All'Ansa/do di Genova sono stati finora asportati materiali per 44 000 tonnellate di cui 9000
tonn. di metalli non ferrosi (rame, nichel, alluminio. piombo, zinco) per un valore di qualche
miliardo di lire" .
(85) A proposito di questa linea seguita da Leyers, difensore della tesi dell'origine in
primo luogo economica degli scioperi, cfr. L. Klinkhammer, L 'occupazione tedesca in
Italia 1943-1945, cit.
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