Page 519 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              la  situazione vi  erano poi le  politiche seguite  dalle  diverse autorità tede-
              sche,  non  sempre  dirette  a  conseguire  i  medesimi  risultati.
                   Risultano illuminanti in questo senso anche l'organizzazione dell' ap-
              provvigionamento della  popolazione e la  politica salariale  per compren-
              dere l'importanza attribuita dai tedeschi al  funzionamento  dell'industria
              italiana. Il fine della politica alimentare era molto chiaro, e viene così sin-
              tetizzato dallo studioso che più di  recente se  ne è occupato:  "Allo scopo  di
              utilizzare le  risorse  dell'Italia per l'economia  tedesca  di guerra,  il fattore  decisivo
              per gli  organi  d'occupazione  era  mantenere sotto  controllo  la popolazione  italiana.
              Per ottenere questo  risultato era  necessario  soprattutto dirigere  in  modo  efficiente la
              vita economica e garantire i generi di prima necessità alla popolazione che lavorava
              nell'interesse dei tedeschi".  D'altra parte il  fallimento della politica alimenta-
              re,  dovuto anche all'azione non univoca degli  stessi occupanti,  <m  è il  se-
              gno di un più complessivo insuccesso: "il dirigismo tedesco in materia di economia
              era fallito  non tanto per difficoltà obiettive quanto piuttosto perché con  rapidità sor-
                                                                 78
              prendente  veniva  eluso  da  tutti  i gruppi  sociali  in  Italia''. < >
                   I tedeschi riservarono inoltre particolare attenzione alla soluzione dei
              problemi alimentari dei lavoratori impiegati nell'industria di guerra, sta-
              bilendo una linea - che  di  fatto  non  fu  possibile  seguire  - basata sulla
              distinzione  tra  "coloro  che  lavoravano  per  i  tedeschi  e gli  altri" _<79>


              (77)  Cfr. Lutz Klinkhammer, L 'occupazione tedesca in Italia  1943-1945, p. 24 7, dove si sot-
                  tolinea come il  controllo dei  prezzi era in  parte vanificato dagli stessi acquisti fatti
                  dai  vari  enti  tedeschi: "Alla fine  di  novembre  (1944),  anche  Rahn dovette  constatare  il
                  fallimento del controllo sull'economia. l prefetti non si erano minimamente curati delle disposi-
                  zioni emanate del commissario ai prezzi, interessati come erano soltanto a procurare vantaggi
                  alla propria provincia senza preoccuparsi della  situazione generale.  Le rigide disposizioni del
                  Ministro degli Interni non avevano avuto alcun risultato.  Altrettanto impossibile fu tenere sotto
                  controllo gli  acquirenti  tedeschi, che  avevano  costantemente  violato  la  disciplina  dei prezzi''.
              (78)  Cfr. L.  Klinkhammer, L'occupazione tedesca in  Italia  1943-1945,  cit., rispettivamente
                  p.  178 e p.  248. La crisi, iniziata nell'autunno  1943, si aggravò progressivamente,
                  tanto che "la tremenda situazione del settore dei  rifornimenti alimentari fu  una delle cause
                  principali degli scioperi operai del novembre e dicembre nelle città industriali dell'Italia setten-
                  trionale; la  motivazione politica da cui prese le  mosse un piccolo gruppo  di attivisti per lo più
                  comunisti pesò chiaramente di  meno"  (p. 183).  L'insuccesso era tra l'altro legato al  nu-
                  mero  eccessivo  di  organizzazioni  operanti  in  quest'ambito  e  all' "incredibile  intrico
                  di  leggi  e ordinanze"  (p.  186).
              (79)  L.  Klinkhammer, L'occupazione tedesca in  Italia  1943-1945,  cit., p.  194. Questa la  li-
                   nea  del  delegato  di  Sauckel,  Kretzschmann.  A  inizio  di  dicembre  Rahn  "concordò
                  con  Leyers che al più presto i comandi militari territoriali si assumessero il compito di garanti-
                  re il sostentamento di quegli operai che lavoravano nelle fabbriche indicate come particolarmen-
                  te importanti dalla Direzione Generale Armamenti e produzione bellica e delle loro famiglie"
                  (p.  202).








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