Page 517 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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                  Temendo che macchinari o materie prime cadessero in mano ai  nemici,
              gli uffici del partito cercarono di spostare rapidamente la maggior quantità
              possibile  di  beni entro  i territori  del  Reich,  provvedimenti  precipitosi  che
              impedirono ogni  possibilità di  organizzare in  maniera ordinata il  trasferi-
              mento dei beni. Speer si  rivolse il  14 settembre ai Gauleiter precisando che,
              data l'impossibilità di un completo sgombero delle zone minacciate, "Detto
              sgombero  dovrà  essere  limitato  sempre  a determinate  industrie,  reparti  di  aziende  e
                                                                                 1
              materie prime particolarmente importanti per  la prosecuzione  degli  armamenti''. <7  l
                   Naturalmente  il  timore  di  sbarchi  nemici  giustificava  la  predisposi-
              zione di misure per la distruzione di interi impianti. Così l'area della Sava,
              fabbrica  di  alluminio del gruppo Brown-Boveri,  venne minata  nel  timore
              di uno sbarco alleato e vennero anche previste misure di sgombero (marzo
              1945). Su  consiglio di Speer, infatti, Hitler ordinò che venissero effettuate
              distruzioni di impianti solamente nel  caso di vicinanza del nemico.  L' ordi-
              ne  prevedeva però che la  scelta  tra la  paralizzazione e la  distruzione fosse
              affidata ai Gauleiter, allo scopo di scavalcare l'ostruzionismo di Speer. Nel
              caso della  Sava,  l'intervento del governo svizzero  (motivato dalla  presenza
              di  capitali  di  origine elvetica  nell'azienda)  determinò  l'interessamento  del
              Ministero  degli  Esteri  tedesco.ml
                   Anche  in  precedenza  si  era  evidenziata  una  analoga  dinamica:  nel
              settembre-ottobre  1944, all'epoca cioè delle  discussioni  che si  svolsero  tra
              i  rappresentanti  dell'industria  italiana  e le  autorità  tedesche  e  sulle  quali
              torneremo, Speer si  recò  con  W alther Schieber presso  il  quartier generale
              di Kesselring proponendo di distruggere gli  impianti per la  produzione di
              polveri e munizioni, ma di paralizzare soltanto le  industrie di  armamenti.
              Kesselring fu  d'accordo e venne concordato che le distruzioni fossero sosti-
              tuite dallo smontaggio di parti essenziali delle centrali elettriche. Speer no-
              minò di conseguenza uno speciale incaricato economico nel quartier generale
              di  Kesselring.  (73)


              (71)  Gregor Janssen, Das Ministerium  Speer.  Detttschlands Rustung im  Krieg,  Berlin-Frankfurt
                  a.  M.-Wien,  1968. Analogamente Franco Grottanelli scriveva a Rocca 1'8  novembre
                  1944 a propositO di quanto avvenuto dopo 1'8 settembre: "La più parte dei macchinari,
                  ad opera  delle  Forze  Armate tedesche, sono  stati prelevati precipitosamente, non  dico  per gmto
                  generico di rapina ma allo scopo preciso di asportare come e più si poteva di impianti minacciati
                  dappresso  dal  nemico"  (Archivio  Insmli,  Fondo  Merzagora,  b.  16,  f.  13).
              (72)  Per la Sava, cfr.  Bama (Bundesarchiv-Mi!itararchiv, Freiburg), RW4/714. Per l'ordi-
                  ne  di  Hitler:  Bama,  RW4/795.
              (73)  Gregor Janssen,  Das  Ministerium  Speer,  cit.








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