Page 535 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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534 ALDO A. MOLA
teggiamento complessivo nei confronti dello Stato: dalla forma istituzionale
ai suoi pilastri portanti, a cominciare dalle Forze Armate. Deliberatamen-
te, tralasciamo di occuparci del Partito fascista repubblicano, che richie-
derebbe uno studio a sé.
Per quanto possa parer superflua, una constatazione preliminare
s'impone.
Nel 1944 la sorte degli italiani fu dominata dalla guerra.
Subìta dalla maggior parte della popolazione, in quel sesto anno di
conflitto europeo (e quinto per il Paese), la guerra venne ancora una volta
scelta e voluta da una parte, pur esigua ma certo motivata, degl'italiani:
la "cobelligeranza" dichiarata dal governo del Regno d'Italia a fianco del-
le Nazioni Unite; la difesa contro l'avanzata anglo-americana (e non quel-
la sola) da parte della Repubblica sociale italiana; la resistenza - o lotta
di liberazione - organizzata contro i nazifascisti (e non quelli soli) nel ter-
ritorio nominalme~te compreso nella RSI, con varie motivazioni e obietti-
vi diversi sino a risultati contrapposti.
La guerra risultò incombente sia nell'occupazione (per quanto atte-
nuata e velata) dei 'liberatori' anglo-americani e sia nella presenza tede-
sca, pur mascherata dietro la discussa legalità della Repubblica sociale
italiana (mai assurta a 'legittimità'), in talune zone tradotte in dominio
diretto del Reich germanico. Tale guerra si concretò in bombardamenti,
attentati, rappresaglie, esecuzioni sommarie, detenzioni arbitrarie: insomma
nella sospensione delle certezze ordinarie ed in una precarietà di vita quo-
tidiana destinata ad incidere indelebilmente nel fragile tessuto della co-
scienza nazionale, faticosamente intessuta nei pochi decenni trascorsi
dall'unificazione.
Per le dimensioni mondiali assunte dal 1941, la guerra si tradusse
in compressione semplificatrice su principi ideali e obiettivi programma-
tici dei risorgenti partiti, spingendo ad alleanze altrimenti anomale e inim-
maginabili: cui nondimeno lungamente corrisposero, sul piano storiografico,
oblii opportunistici e forzature interpretative dettate dalla necessità di pro-
paganda contingente e apologia retrospettiva più che da rigorosi intenti
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critici.<l
(2) Virgilio Ilari, "Interpretazioni e usi politici della Resistenza italiana nel dibattito dei
primi anni '90" in Tabu und Geschichte: zur Kultur des Kollektiven erinnerns, a cura di
Peter Bettelheim e Robert Streibel, Wien, Picus Verlag, 1994, p. 129-76.
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