Page 540 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LA  RINASCITA  DEI  PARTITI,  LA  SVOLTA  DI  SALERNO             539

               nel preporre l'antifascismo quale caposaldo della propria identità così con-
               dannandosi,  in  molta  parte,  ad  attuarsi  su  posizioni  antefasciste.
                    Modesta incidenza sul corso politico, al di là dell'appariscenza di ta-
               lune personalità, ebbero infine la galassia dei "liberali" -denominazione
               troppo generica e polivalente per fungere da distintivo partitico: e bene lo
               intese Benedetto Croce, fermamente contrario all'organizzazione dell"'idea
               liberale" in "partito" -la miriade di movimenti e micropartiti impernia-
               ti  su questo  o quel notabile:  attivissimi  nella  produzione di  "manifesti",
               "statuti" e programmi, quanto incapaci di inserirsi da protagonisti nella
               crisi  in  atto.  <9l
                    La pleiade dei partiti - sia membri del Comitato Centrale di Libera-
               zione N azionale,  sia estranei ad esso e ad altri analoghi patti o  "cartelli"
               interpartitici - si  trovò infine a  fare  i conti con il  "vuoto" fatto  segnare
               dallo scioglimento del PNF: operazione troppo drastica per non risultare
               artificiosa e in stridente contrasto con la  realtà del Paese, tanto da tradur-
               si in vantaggio indiretto per il Partito Fascista Repubblicano, creato a sup-
               porto della  Repubblica Sociale  Italiana e  destinato a  monopolizzare  per
               decenni l'immagine e la tradizione del "fascismo", contro ogni verità sto-
               rica,  riportandolo all'attesa  mistica del  "ritorno alle  origini"  e della  più
               volte  promessa  "seconda  ondata".OOl

                    La  guerra condizionò l'evoluzione del sistema partitico italiano,  im-
               ponendogli cadenze- per esempio dimissioni e avvento di governi: quin-
               di su un terreno qualificante - eterodirette o, se si preferisce, la cui soluzione.
               dipendeva dal consenso degli anglo-americani e (in minor misura) dell'URSS
               assai più che dalle volontà dei partiti medesimi. In tal modo veniva ricor-
               dato agli italiani il loro status di vinti, arresisi "senza condizioni". Va anzi
               osservato che nel corso del  1944, anziché attenuarsi, tale subordinazione
               si  accentuò,  sino  a  precipitare  nel  niente  affatto  mascherato  contrasto
               tra  capo  dell'esecutivo  e  Comitato  Centrale  di  Liberazione  Nazionale


                (9)  V.  al riguardo E. Lussu,  Sul Partito d'Azione e gli altri,  Milano,  Mursia,  1961; Gio-
                   vanni De Luna, Storia del Partito d'Azione, Milano, Feltrinelli,  1982 e Lamberto Mer-
                   curi,  La crisi del partito d'Azione: febbraio  1946, Roma,  Quaderni della  FIAP,  1977.
                   Sempre  utili  Giuliano  Pischel,  Cosa  è il partito  d'Azione,  Milano,  Tarantola,  1945
                   e Augusto Nonti,  Realtà del partito d'Azione,  pref.  di Aldo A.  Mola,  Cuneo,  Araba
                   Fenice,  1993  (l a  ed.  Torino,  Einaudi,  1945).
               (lO)  A. Ciani, Il partito liberale da Croce a Malagodi,  Napoli, ESI,  1958; Sandro Setta, Cro-
                   ce,  illiberalismo e l'Italia post-fascista,  Roma,  Bonacci,  1979. Sulla pletora di  micro-
                   partiti  tra  guerra  e  dopoguerra  v.  Lamberto  Mercuri,  "I  partiti  alla  vigilia  delle
                   elezioni del  1946"  in  Storia  contemporanea,  Bologna,  Il  Mulino,  1974, p.  789 e sg.








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