Page 542 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LA  RIN ASCITA  DEI  PARTITI ,  LA  SVOLTA  DI  SALERNO           541

               convincersene, anche Benedetto Croce- che nel1914-1915 aveva saputo
               resistere alle strumentalizzazioni germafobe dell'interventismo massimali-
               stico- s'immergeva nella lettura dei Nibelunghi. Hitler e il nazismo furo-
               no assunti quali lenti attraverso le quali leggere, con distorsione destinata
               a pesare sul lungo periodo, l'intera storia della  Germania e della sua cul-
               tura,  enfatizzandone una sorta di  destinazione al  totalitarismo  razzistico
               e  una  condanna  tanto  drastica  quanto  integrale  e  durevole.< 13l
                    Non  meno  grave  e  certo  più  sorprendente  è l'ostracismo  riservato
               alla  Francia  sull'orizzonte  della  cultura  politico-partitica  italiana.  Nel
               1943-1944 si  sommarono in un viluppo apparentemente indistricabile e
               insormontabile gli  umori misogallici del regime fascista  (rinfocolati dalla
               gara per la  parità navale  non meno che da  rivendicazioni territoriali rie-
               cheggianti spunti protorisorgimentali, lungamente coltivate dopo l'unifi-
               cazione  nazionale)  con l'avversione degli  antifascisti  nei  confronti  di  un
               popolo mostratosi anche troppo corrivo a riconoscersi nel maresciallo Pé-
               tain:  collaborazionismo con il  quale la  storiografia francese  ha  stentato a
               fare  i conti  senza  residue  remore.  Il  rinascente sistema  partitico italiano
               nel 1944 non aveva, o ritenne non avere, molto da apprendere e da cipro-
               porre dalle esperienze vissute dall'Europa continentale nell'ultimo venten-
               nio: non dai "fronti popolari", improponibili mentre le sinistre miravano
               alla collaborazione con cattolici e moderati; né, dai blocchi clerico-conser-
               vatori fioriti  in Austria e Ba vi era prima dell'avvento del nazismo ma ora
               inconcepibili, mentre le  forze  di  centro-destra offrivano patenti di demo-
               crazia  all'estrema  sinistra.< I4l
                    Nei confronti del passato prossimo ebbe dunque luogo una vasta opera
               di rimozione, a tutto vantaggio della predilezione per certo esotismo, tan-
               to  più  suggestivo  perché  dai  piedi  solidamente  piantati  nella  mancanza
               di  informazione  e  nel  mito.  Valga,  per  tutti,  il  caso  dell'URSS,  giunta


               (13)  È nora,  in  parricolare, l'influenza  esercitata  dal modello  costituzionale belga  sullo
                   Statuto Alberrino (v.  Carlo Ghisalberti, Storia costituzionale d'Italia, 1849-1948, Bari,
                   Laterza,  1974, v.  altresì Antonino De Francesco, "Ideologie e movimenti politici"
                   in S. Sabbatucci-V. Vidotto, Storia d'Italia.  Le premesse dell'unità,  Bari, Laterza,  1994,
                   p.  224  e  sg.
               (14)  Componente essenziale di  tale condanna senz'appello fu,  come è noto, la  correspon-
                   sabilità con la  persecuzione antisemitica,  su  cui  v.  Michael  R.  Murrus,  L 'olocamto
                   nella storia, Bologna, Il  Mulino,  1994. In Essere ebreo  il  rabbino capo della Comunità
                   israelitica  italiana,  Elio  Toaff,  ha  dichiarato  di  aver  sempre evitato  anche solo  di
                   sorvolare  la  Germania  nel  dopoguerra  (Milano,  Bompiani,  1994),  quale  estremo
                   rifiuto  di  qualsiasi  'contatto'  con  la  terra  dell'olocausto.








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