Page 547 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               mente aspro del dibattito sulle collusioni tra istituzioni e fascismo  venne
               segnato dall'intervista rilasciata dal Principe di Piemonte a un corrispon-
               dente del "Times", nella quale - quando ormai Vittorio Emanuele III aveva
               accettato di conferire al figlio  i poteri luogotenenziali, ad avvenuta libera-
               zione  di  Roma  - Umberto  fece  rilevare  che  ''nessuna  voce  si  era  levata  a
              protestare contro  le  decisioni del Duce":  dichiarazione che sollevò,  tra altri, lo
               sdegno di Benedetto Croce, corrivo a liquidare come "indegno" anche il
               comportamento a suo tempo tenuto dal Senato,  di  cui pure era membro
               autorevole e nel quale solo dal  1928 aveva fatto registrare peraltro conte-
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               nun  dissensi. < >
                   La disputa non aveva carattere meramente storiografico, bensì, con-
               nettendosi con i propositi epurativi agitati dallo schieramento antimonar-
               chico,  si  traduceva  nell'autosubordinazione  dei  moderati.  Per  recu-
               perare credibilità e distinguersi dal proprio stesso passato costoro avalla-
               vano una costruzione accusatoria destinata a ricadere sul loro stesso capo.
               Solo per opportunismo contingente infatti, l'estrema sinistra evitava di ri-
               cordare che del governo Mussolini avevan fatto parte in primo tempo an-
               che  gli  esponenti  della  composita  area  liberale,  i  demosociali  del  duca
               Giovanni Colonna di  Cesarò e alcuni esponenti del Partito popolare ita-
               liano:  i  cui  parlamentari  si  erano  compattamente  schierati  a  favore  del
               sostegno del governo sino a quando Mussolini stesso aveva preferito libe-
               rarsene  per separare i fiancheggiatori  (assorbiti  nel  "listone"  o  in vario
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               modo  appagati)  dagli  oppositori  aperti.< 3l
                   Senza  entrare analiticamente  nel  merito  dell'epurazione,  ci  limitia-
               mo ad osservare che nel quadro complessivo  della  lotta politica,  assunse
               un peso determinante per la sorte delle istituzioni il Decreto Luogotenen-
               ziale  n.  151  del  2 5 giugno  1944.  Abrogata  la  promessa  elezione  di  una
               nuova Camera dei Deputati entro quattro mesi  dal termine della guerra,


               (22)  Un giudizio meno sfavorevole di quello sentenziato su altri sovrani esprime a pro-
                   posito di Umberto II, sin da Luogotenente, Denis Mack Smith, I Savoia Re d'Italia,
                   Milano, Rizzoli,  1990. Manchiamo tuttavia di  una biografia scientifica dell'ultimo
                   sovrano, sul quale v. Gigi Speroni, Umberto  Il. Il dramma segreto  dell'ultimo Re,  Mila-
                   no, Rusconi, 1992. Più equilibrata la  prospettiva storica del forzatamente sintetico
                   Pierre  Miquel,  Gli  ultimi  re  d'Europa,  Milano,  Rizzoli,  1994.
               (23)  Come è noto,  Mussolini  avrebbe volentieri  incluso  nellistone anche  noti  e  fedeli
                   "giolittiani" e prospettò alloro leader, quale contropartita, la nomina a presidente del
                   Senato: offerta declinata dall'anziano statista il cui "listino" tuttavia si  di~hiarò aper-
                   tamente in lizza non contro il  "listone"  mussoliniano ma per il riparto della quota
                   di  seggi  rimanenti dopo l'assegnazione di  quelli  destinati  al  prevedibile vincitore.








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