Page 548 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LA RINASCITA DEI PARTITI, LA SVOLTA DI SALERNO 547
demandò la determinazione delle "forme istituzionali dello Stato" a un' as-
semblea costituente da eleggere "dopo la liberazione del territorio na-
zionale". In tal modo, proprio dopo l'ingresso in Roma e lo sbarco
anglo-americano in Normandia, quando la vittoria delle Nazioni Unite
sui nazifascisti risultava pressoché certa e in tempi così ravvicinati da non
conferire peso vincolante all'URSS, quanto meno sui destini dell'Europa
centro-occidentale, le forze moderate rinunziavano a far perno sulla mo-
narchia, abbandonata al suo destino tantoché d'ora innanzi ministri e sot-
tosegretari anziché secondo la tradizione statuaria, avrebbero giurato "sul
loro onore di esercitare le loro funzioni nell'interesse supremo della nazione e di non
compiere, fino alla convocazione dell'assemblea costituente, atti che comunque pregiu-
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dicassero la soluzione della questione istituzionale''. < l
Dal canto suo il Principe avrebbe firmato i Decreti come "Luogote-
nente generale del Regno" e non "del Re", con prima e già eloquente in-
frazione della tregua istituzionale giacché tale formula faceva scomparire
la figura del sovrano a vantaggiç> di quella della sovranità: e, con la promes-
sa elezione della costituente accettava di farne depositaria la nazwne o,
come poi si disse, il "popolo".
Secondo e non meno grave vulnus alla continuità dello Stato venne
in ferro con l'emanazione del D .L. L. n. 15 9 del 2 7 luglio 1944 sulle sanzioni
contro il fascismo. Istituita un'Alta Corte di Giustizia, formata da "alti
magistrati" e "altre personalità di rettitudine intemerata" ,< 25 l questa avreb-
be giudicato anche i "membri di Assemblee legislative" (senatori compre-
si dunque) o di enti ed istituti che con i loro voti o atti avessero contribuito
"al mantenimento del regime fascista ed a rendere possibile la guerra".
Solo un residuo riguardo per la "non responsabilità del Re", inequi-
vocabilmente sancita dallo Statuto, impedì che, in contrasto con quanto
irruentemente chiesto dal sedicente conte Sforza oltreché da socialisti, azio-
nisti e molti comunisti, anche Vittorio Emanuele III e lo stesso Luogote-
(24) Decreto Legge Luogorenenziale 25 giugno 1944 n.151 per la scelta della forma isti-
tuzionale con vincolo di giuramento da parte dei Ministri e Sottosegretari di non
compiere atti che pregiudichino la questione istituzionale. Se ne veda il testo in
Niccolò Rodolico-Vittorio Prunas-Tola Libro azzurro sul "referendum" 1946 (documen-
ti e notizie), Torino, Ed. Superga, 1953. Per un repertorio della legislazione "umber-
tina" v. LEX (Legislazione italiana), Le leggi luogotenenziali, 8 settembre 1943- 31 dicembre
1944, Torino, Iter, 1945 .
(25) Rimane fondamentale al riguardo Spartaco Cannarsa, Dal fascismo alla repubblica.
Il Senato: agonia, morte e rinascita, Roma, "La politica parlamentare", 1962.
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