Page 552 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LA RINASCITA DEI PARTITI, LA SVOLTA DI SALERNO 551
nazifascisti ma anche l'eliminazione del "nemico di classe", moderati com-
presi. Il "caso italiano" d'altronde rifletteva le ambiguità all'alleanza tra
USA, Regno Unito e URSS.
Se poco e male funzionò nelle regioni già liberate, la "tregua istitu-
zionale" - come tutti i patti artificiosi concepiti per mascherare la realtà
effettiva - nell'Italia settentrionale non ebbe alcuna applicazione. D'al-
tronde i monarchici vi si trovarono stretti nella tenaglia tra la dichiarata
avversione dei partiti repubblicani e quella non meno aspra dei "repub-
blichini''.
I mesi seguenti non fecero che registrare via via la eliminazione delle
forze intermedie e di quegli stessi comandanti partigiani che - espostisi
in prima fila nel luglio-settembre 1943 - avrebbero avuto titolo per im-
pedire che la fine del conflitto si traducesse in una fase più acuta di guerra
civile e a degenerare nella divisione permanente degl'Italiani tra vincitori
e vinti, prolungandone le divisioni a tempo indeterminato.
In quei mesi gli stessi CLN - vale a dire i partiti, la "politica" -
risultarono subalterni rispetto ai comandi operativi partigiani. Sarebbe
però errato dedurne una diminutio globale della "politica" rispetto alle ar-
mi. In realtà proprio nel quadro complessivo della conduzione della guer-
ra partigiana i commissari politici accrebbero il loro peso (e ancor più
quando, con l'autunno-inverno, le operazioni stagnarono).
A ben vedere, dunque, i CLN incisero di meno proprio perché espres-
sione dell'intero ventaglio partitico, mentre prevalsero le formazioni più
impregnate di motivazioni politiche, quelle sempre più esplicitamente co-
niuganti la guerra in corso con la rivoluzione ventura.
Sotto questo profilo risulta emblematica l'eliminazione di figure, co-
me il comandante giellista Duccio Galimberti, che non avevano mai per-
duto di vista il primato degl'interessi nazionali permanenti e guardavano
con preoccupazione alla prospettiva che il Paese precipitasse nelle spire
di una lotta partitica inevitabilmente condannata a esasperare gli odi ed
a ricorrere a metodi sempre più simili a quelli ovunque messi in opera
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dal Comintern.< 9l
(29) Di Duccio Galimberti (la cui biografia, scritta da Paolo Fossati, nella Collana storica
della resistenza cuneese, Cuneo, Cassa di Risparmio di Cuneo, 1995) v. Il Progetto di
costituzione confederale europea ed interna, scritto con il giurista Antonino Repaci, Torino-
Cuneo, 1946. Tale Progetto (che all'art. 56 recita "È garantita la libertà di pensiero,
ma è vietata la costituzione di partiti politici" e poi "Ogni cittadino che eserciti una
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