Page 556 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LA  RINASCITA  DEI  PARTITI,  LA  SVOLTA  DI  SALERNO             555

               vare continuità... nel riassetto delle Forze Armate a pace raggiunta. Dalla
               guerra partigiana il PdA riteneva le Forze Armate uscissero rinnovate nel-
               lo  spirito  non  negli  scopi:  servire  esclusivamente gli  interessi  nazionali,
               non quelli di un partito, fosse  pure "di massa". Anche per questo motivo
               -v'è da credere- del loro ruolo raramente si parla nella stampa del PdA.
                    Dal canto suo in Le Forze Armate - opuscolo nel quale Adolfo Omo-
               deo raccolse articoli comparsi nel giugno  1945 - mentre si  lanciava una
               pesante insinuazione sui militari fedeli alla monarchia (i  quali "vorrebbero
               sfogare nella lotta civile la rabbia della dimostrata incapacità":  accusa tanto in-
               famante quanto infondata) non si andava oltre il riecheggiamento dei "se-
               dici  punti":  "Le forze  armate  non  devono  neppur  lontanamente  essere  sospettate
               di faziosità  monarchica.  E sarebbe  bene che  non  soltanto  le forze  armate, ma  tutti
               i funzionari dello  stato al di sopra d'ogni anteriore giuramento fossero  legati al ri-
               spetto della volontà popolare esprimentesi nella Costituente".  Per il futuro l'ex mi-
               nistro della Pubblica Istruzione prospettava infine "un piccolo e buon esercito,
               in attesa che un definito compito nella custodia della pace possa essere affidato all'I-
               talia",  con tanto di  assorbimento dell'Arma dei  Carabinieri da parte del
               ministero dell'Interno "sanando il dualismo delle due polizie e costituendo al mas-
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               simo  un  nuovo  piccolo  corpo  di  gendarmeria''. <3 >
                    In tale  contesto,  reso  anche  più  mortificante  dalle  sempre  peggiori
               condizioni economiche e di status riservate alle Forze Armate, non v'è mo-
               tivo di stupore se alloro interno potess'ero albergare riserve nei confronti
               degli stravolgimenti dei tradizionali equilibri istituzionali e sociali prospet-
               tati dal grosso  dei  partiti di  CLN,  anche se  il  loro lealismo  non subì,  né
               rivelò  mai,  incrinature  preoccupanti.
                    Il prolungamento della guerra e dei conseguenti regimi d' occupazio-
               ne e del primato di organi estranei alla tradizione istituzionale del Regno
               - a cominciare, appunto, dai CLN in tutte le loro articolazioni - si  river-
               berò dunque sulla storia italiana molto oltre il  1944 e i cinque mesi suc-
               cessivi  (che,  come  ovvio,  meritano  un'analisi  a  sé).  La  prima  vistosa
               ripercussione fu  la  pervasione  della  vita  pubblica a  opera  di  partiti  dai
               dichiarati propositi sempre più esasperati tendenti a spingersi su posizio-
               ni vieppiù massimalistiche, intrise di  rivoluzionarismo in cui si  mescola-
               vano intenti espiatori e invocazioni d'impossibili catarsi universali. In tal


               (32)  Adolfo Omodeo, Le Forze Armate, Roma,  1945 (Quaderni dàParriro d'Azione). Nes-
                   sun cenno alle FF.AA. in Federico Comandini, Che cosa  vuole il Partito d'Azione,  s.I.,
                   s.a.  (ma dicembre  1943). Per i testi  programmatici del PdA v.  Le basi programmati-
                   che  del  Partito  d'Azione,  (serie  'Quaderni  dell'Italia  libera')  s.I.,  s.a.








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