Page 549 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               nente venissero subito inclusi nelle categorie da sottoporre a processo epu-
               rativo.  Non  ne  scamparono,  invece,  i senatori  del  regno.
                   Sin dal 7 agosto  1944 Sforza ne denunziò infatti 309 su 426 all'Alta
               Corte, chiedendone destituzione e condanna. Ripartiti in sei classi, secon-
               do  il grado di responsabilità che l'accusatore ritenne di  addebitare mal-
               grado la genericità e poi comprovata inconsistenza dell'epurazione, quei
              patres, che pur rappresentavano, per molti aspetti, il meglio della vita pub-
               blica, economica, intellettuale ed artistica del Paese si trovarono politica-
               mente impediti e costretti a salvaguardare, con il rango e gli averi, la propria
               stessa persona, senza poter svolgere il  ruolo di nucleo del "partito nazio-
               nale"  di cui l'Italia aveva  necessità  per avviare la  ricostruzione  non già
               negli steccati della rissa partitica, ma all'insegna della riconciliazione e della
               tutela degli interessi generali permanenti. Questo era però quanto non si
               voleva da parte di chi, nominati consultori nazionali alcuni senatori (tra
               i quali Croce e Sforza, appunto), ottenne poi il deferimento all'Alta Corte
               di  altri  77 patres,  compreso il  maresciallo Pietro Badoglio,  con coerenza
                                                                               26
               che  del  resto  non  richiedeva  troppo  lungo  esercizio  di  sillogistica. < >
                    In quest'ottica sarebbe del tutto riduttiva la  sottovalutazione dell'e-
               purazione solo perché, come taluno intuì sin dal suo esordio, alla fine "sa-
               rebbero volati  solo gli  stracci".  Il  suo vero  scopo,  infatti,  non era tanto
               colpire  i  presunti  responsabili  del  "mantenimento del  regime  fascista",
               quanto far uscire, almeno temporaneamente, dalla scena politica un'inte-
               ra classe dirigente:  proprio quei moderati che avevano fatto  da base per
               la diarchia frenando l'avvento delle componenti massimalistiche del fasci-
               smo,  la  reiteratamente minacciata  "seconda  ondata".

                    Il  deferimento  di  centinaia  di  senatori  all'Alta  Corte  offrì  pretesto
               per una interminabile campagna di propaganda che, tramite la loro quo-
               tidiana criminalizzazione, mirava a tenere sotto accusa il Re,  il Luogote-
               nente, la  monarchia in quanto tale.  Sia  pure lentamente cominciarono a
               comprenderlo quanti, fra i liberali, i democratici del lavoro e gli stessi de-
               mocristiani, si erano precedentemente dilettati ad immaginare le più stra-
               vaganti soluzioni extrastatutarie per separare la Corona dalle persone del


               (26)  Un primo profilo  delle  vicende dei  senarori  deferiti  all'Alta  Corre  v.  in Aldo  A.
                   Mola,  Luigi Burgo:  un  imprenditore europeo, una terra di confine, Cuneo, Cassa  di  Ri-
                   sparmio di Cuneo,  1993, ove pubblichiamo anche il testo integrale della memoria
                   difensiva inoltrata all'Alta Corre dal senarore Giovanni Agnelli sr, destiruiro dal rango
                   e da ogni carica e morro prima che il suo caso venisse risoltO.  V.  altresì Lamberto
                   Mercuri,  L'Epurazione,  Cuneo,  L'Arciere,  1990.








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