Page 539 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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affermatisi durante il fascismo alla guida dell'economia (banca, grande in-
dustria, apparati pubblici ... ) necessitavano di avallo e rilegittimazione de-
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mocratica. <l
La pregiudiziale istituzionale, rigidamente prevalsa nel Partito Re-
pubblicano e impostasi quale prioritaria rispetto alle variegazioni propa-
gandistiche in esso affioranti, anche per stimolo dialettico con "Giustizia
e Libertà" (il "socialismo mazziniano", per esempio) si sommò, nel farvi
prevalere i requisiti più "vecchi", al mancato superamento dei confini re-
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gionali tradizionali quanto a territorio di radicamento effettivo.<l
Sulla qualità di "partito nuovo" attribuitasi dal PCI dall'inizio della
lotta di liberazione (con maggiore incisività dall'arrivo di Togliatti in Ita-
lia nel marzo 1944) esiste una copiosa letteratura. Non sempre però è sta-
to posto nella debita evidenza il fatto che proprio le dimensioni rapidamente
raggiunte dall'organizzazione "di massa" diluirono la pregnanza ideologi-
ca originaria, ponendo le premesse per una non facile "composizione"
tra marxismo, cristianesimo sociale, riformismo e liberismo progressista
e generiche attese di riforme, spesso a carattere messianico.
"Nuovo partito" era quello d'Azione, sorto nell'estate 1942 dalla con-
vergenza di militanti di "Giustizia e Libertà", liberalsocialisti, liberalde-
mocratici e crociani che interpretavano a quel modo la storia come pensiero
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e come azione.< l Da Carlo Rosselli esso trasse la sua più profonda ragio-
ne di novità: il proposito di superare l'antitesi fascismo-antifascismo muo-
vendo oltre il regime, mentre la generalità degli altri partiti rimaneva ferma
(6) Tra le numerose opere sul socialismo tra resistenza e dopoguerra v. P. Amato, Il
PSI tra frontismo e autonomia, 1948-1954, Cosenza, Lerici, 1978; P. Emiliani (i.e. V.
Magna n i), Dieci anni perduti. Cronache del socialismo 1943-1953, Pisa, Nistri-Lischi, 195 3;
L. Faenza, La crisi del socialismo in Italia, 1946-1960, Bologna, Alfa, 1967; F. Taddei,
Il socialismo italiano del dopoguerra. Correnti ideologiche e scelte politiche. 194 3-1947, Mila-
no, Angeli, 1984. Fonte di fondamentale rilievo rimangono i Diari, 1943-1971 di
Pietro Nenni, Milano, SugarCo, vol. 3, 1981-83. Modesto l'apporto critico recato
da Z. Ciuffoletti-M. Degl'Innocenti-G. Sabbatucci, Storia del PSI, Bari, Laterza, vol.
2, 1992-93, la cui pubblicazione, che doveva coincidere col centenario del partito,
ne vide invece la dissoluzione.
(7) Oltre ai classici G. Andreotti, De Gasperi e il suo tempo, Milano, Mondadori, 1956;
Leo Valiani, L'Italia di De Gasperi, 1945-1954, Firenze, Le Monnier, 1982; P. Scop-
pola, La proposta politica di De Gasperi, Bologna, Il Mulino, 1977, v. C. Falconi, La
chiesa e le organizzazioni cattoliche in Italia, 1945-1955, Torino, Einaudi, 1956.
(8) V. Elena Aga Rossi, Il partito repubblicano. Il movimento Giustizia e Libertà e il Partito
d'Azione, Bologna, Cappelli, 1979 e A. Parisi-A. Varni, Organizzazione e politica del
PRI: 1946-1984, Bologna, 1985.
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