Page 587 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              assalito un autocarro militare per rubare le merci trasportate. Le sentenze
               furono  eseguite e numerosi furono  i processi per furti,  ricettazione e de-
              tenzione di materiali di casermaggio, beni alimentari provenienti dai ma-
              gazzini delle Forze alleate, di esercizio della prostituzione fuori dei luoghi
               "off limits". Nella primavera del  1944 le Corti militari si  pronunciarono
               nell'ambito  di  fatti  tipicamente  legati  alle  operazioni  di  guerra.
                   Condannarono a morte gruppi di spie e sabotatori colti sul fatto.  Erano
              giovani appartenenti alla X Mas 6 alla  Marina della  Repubblica di  Salò.
                   A S. Maria Capua Vetere vennero fucilati  in applicazione delle leggi
               di guerra due diciottenni baresi tali Mario Bertoli e Gino Cancellieri, che
               fuggiti nella Repubblica di Salò, arruolati in quella Marina Militare e, rin-
              viati nel sud, dopo breve addestramento, furono arrestati dalla polizia mi-
              litare  inglese.

                   Altri giovani  sabotatori,  tali  Aschieri,  Palesse,  Menicucci,  Cantelli,
              Timperi e Tedesco,  arrestati  in  flagranza,  furono  processati,  condannati
               a  morte  e  fucilati  il  2  maggio  1944.
                   Ai primi di giugno vennero condannati a morte e fucilati sempre per
               spionaggio e sabotaggio i militari della X Mas, tenente Aschieri, sottocapo
               Brambilla,  sottufficiali  Donnini,  Calligaro,  Sebastianelli,  Scarpellini,  Di
               Landro, marò Viviani e Bartolozzi. Poche furono le condanne a pena capi-
               tale pronunciate dai tribunali alleati, i quali pur nel rispetto delle garanzie
               processuali e  nella  ricerca  diligente  delle  prove di  colpevolezza,  eseguita
               anche nei giudizi militari con il  rito delle domande incrociate dell'accusa
               e  della  difesa,  erano  inesorabili  quando  dimostrata  era  la  colpevolezza.

                   Limitate furono le infiltrazioni nemiche al di là delle linee di combat-
               timento. Non esistette un fronte  militare clandestino della Repubblica di
               Salò nei territori rimasti sotto la sovranità del regno e comunque control-
               lati  dagli  alleati.
                   Nei territori sottoposti all'Amministrazione militare alleata sul fini-
               re del  1943 gruppuscoli di giovani,  quasi tutti studenti nostalgici del fa-
               scismo,  organizzarono con lo  stesso  stile  dei  loro colleghi  della  Calabria,
               ingenue congiure che peraltro erano sfociate in singole azioni imprudenti
               nelle quali potevano ravvisarsi gli  estremi del sabotaggio militare. Se fos-
               sero comparsi davanti a un tribunale germanico sarebbero stati condan-
               nati a morte. Né diversa sarebbe stata la sentenza di un tribunale militare
               della  Repubblica  di  Salò.








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