Page 92 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               sfruttamento dei paesi asserviti al Terzo Reich, o meglio la caduta completa
               di  ogni  remora costituita fino  ad allora  dalla  sussistenza  di  formali  rap-
               porti  di  alleanza  fra  i  due  Stati.<!)
                   D'altronde Collotti era profondamente convinto che il giudizio for-
               mulato dalla pubblicistica antifascista sull'asservimento del governo di Salò
               al  Reich  fosse  sostanzialmente condivisibile,  "Ovviamente  le  ricerche future,
               soprattutto quando saranno pienamente accessibili le fonti  archivistiche indispensa-
               bili,  potranno  contribuire  a definire  meglio  i limiti,  istituzionali e di fatto,  della
               ristretta autonomia di cui godeva il governo di Salò nei confronti delle autorità tede-
               sche; consentiranno di precisare se il governo di Salò debba essere assimilato al gover-
               no  Pètain  o addirittura  essere  considerato  più  vicino  al Protettorato  di  Boemia  e
               Moravia; potranno svelare tutti gli espedienti e i metodi adottati dagli italiani da
               una parte e dai tedeschi dall'altra per dare una parvenza di legittimità e di auten-
               ticità  all'esistenza fittizia  del governo fascista  repubblicano".
                   Ma a Collotti interessava ricordare che, se i tedeschi riconobbero una
               qualche validità al governo della Repubblica di Salò, ciò avvenne soltanto
               perché questa fu ritenuta la formula più vantaggiosa ai fini della loro poli-
               tica.  Per  essi,  la  Repubblica Sociale  non  doveva  essere  nulla  più di  una
               facciata che consentisse loro di attuare la politica di asservimento e di sfrut-
               tamento  dell'Italia,  sotto  la  copertura  di  autorità  italiane.
                   Collotti non nega va affatto l'esistenza di motivi di contrasto tra tede-
               schi e fascisti  di Salò.  Il caso della socializzazione fu  forse,  insieme e con
               altre misure di politica economica, quello più clamoroso. "Ma che così fosse
               era  anche  naturale,  in quanto l'esigenza politico-propagandistica di  conservare un
               govèrno autonomo italiano comportava inevitabilmente anche dei limiti per l'azione
               tedesca; il fatto essenziale è che si trattò di limiti assai modesti, che non caratterizza-
               rono  mai in  maniera qualitativamente diversa  il regime d'occupazione dell'Italia,
               rivolto all'unico obiettivo di strappare all'Italia quel tanto che fosse ancora possibile
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               di  energie  materiali  e umane''. < >
                   Per trent'anni i due punti centrali dell'interpretazione razionalizzan-
               te  data da Collotti alla  politica  tedesca  di  occupazione (a  - la  Germania
               procedette ad una enorme e premeditata spoliazione delle risorse italiane
               a favore della propria economia di guerra; b - e ad una politica assoluta-
               mente efficiente di repressione) hanno fornito alla storiografia italiana una


               (l)  Enzo Collotti, L'amministrazione tedesca dell'Italia occupata, 1943-1945. Studio e documen-
                  ti,  Milano,  1963,  p.  140-142.
               (2)  Ibid.,  p.  129-130.








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