Page 91 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LA PRESENZA GERMANICA NELL'ITALIA DEL NORD 91
saccheggio immediato dei territori occupati, avrebbe comportato a lunga
scadenza profonde trasformazioni nella struttura stessa della loro vita eco-
nomlca.
Durante il 1943 i territori occupati - Danimarca, Norvegia, Olan-
da, Belgio, Francia, Polonia, Unione Sovietica, Jugoslavia (esclusa la Croa-
zia), Albania, Grecia e Italia- partecipavano all'industria bellica tedesca
con una media del venti per cento e anche di più, nella produzione di
materie prime quali il carbon fossile, il ferro, il nichel, il cromo, il silicio,
l'azoto, l'acido solforico, la pasta di legno, la carta, la cellulosa, la seta ar-
tificiale e altri prodotti tessili.
Ancora nel primo semestre del 1944 quando erano praticamente già
perduti i territori dell'Unione Sovietica ma non era ancora iniziata l'inva-
sione in Occidente, i paesi occupati fornirono circa un settimo della pro-
duzione totale di acciaio greggio. Per ciò che concerne la Francia, stando
alle fonti citate da Collotti, più del cinquanta per cento dell'attività del-
l'industria di trasformazione fu utilizzata per conto dei _tedeschi nel trien-
nio 1942-1944, senza contare i prelievi di attrezzature, di materiali in-
dustriali e di materie prime.
Circa l'Unione Sovietica, le stesse statistiche nazionalsocialiste regi-
strano il prelievo di 9 152 000 tonnellate di grano, di 3 282 000 tonnella-
te di patate, di 40 l 000 tonnellate di zucchero, di 972 ooo· tonnellate di
olio di semi, in aggiunta a quantitativi imprecisati, ma nondimeno molto
ingenti, di materie prime e prodotti industriali.
Ugualmente cospicua fu la fornitura di beni di consumo dai paesi
occupati: il ventisette per cento rispetto alla produzione tedesca di tessuti
per vestiti, il trenta per cento di stoffe per uniformi, il venticinque per
cento di scarpe di cuoio.
Pur dichiarando di non essere in grado di fornire dati precisi sul com-
plesso dei danni arrecati all'attrezzatura economica italiana dall'occupa-
zione tedesca - giacché la spartizione del paese in due tronconi nettamente
divisi aveva impedito la ricostruzione di statistiche omogenee o quanto
meno comparabili per gli anni 1944-1945 - Colotti ribadì tuttavia che
le perdite maggiori furono subite dall'economia italiana dopo 1'8 settem-
bre 1943 e che in questo ambito una parte assai considerevole va attribui-
ta alle asportazioni, alle spoliazioni ed allo sfruttamento praticato dagli
occupanti tedeschi ai danni dell'apparato produttivo italiano. L'occupa-
zione militare rappresentò insomma l'estensione all'Italia del sistema di
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