Page 88 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               ogni nostra possibile iniziativa, esautorando le gerarchie,  avvilendo l'animo dei sol-
               dati e dei comandanti".  Colpevoli erano ancora e sempre le "varie commissio-
               ni militari alleate con la rigida applicazione delle norme ... e delle durissime clausole
               armistiziali''. (33)
                   Un eccesso  di  toni dovuto ad una sensibilità troppo accentuata per
               il problema, aggravata oltretutto dalla delusione per la  mancata realizza-
               zione di aspettative forse eccessive e ingiustificate? È possibile. Ma è certo
               che anche da parte alleata vi furono sin dall'inizio critiche pesanti alla ge-
               stione di volta in volta accademica, dilettantesca, autoritaria di cui l' ACC
               fu accusata da autorevoli esponenti alleati, a cominciare dallo stesso Mac-
                       4
               millan.  <3 >
                   Alla fine di dicembre, proprio Macmillan - ormai capo della ACC -
               aveva avviato le  procedure per il  passaggio  alla  fase  esecutiva del  "New
               deal per l'Italia", preannunciando l'eliminazione della sezione politica della
               A.C., la fine del controllo sui decreti e sulle nomine operate dal governo
               italiano,  il  ritiro  dei  funzionari  dell'A.C.  dai  territori  liberati.  (35)
                   In realtà, nulla sarebbe cambiato fino alla fine della guerra, a dispet-
               to  dei  buoni propositi di  Hyde Park.  Formalizzate alla  fine  di  febbraio,
               queste proposte dovevano diventare operative soltanto alla fine di aprile:
               troppo tardi per produrre eventuali effetti benefici sullo sforzo bellico del
               nostro  paese.
                   Per la verità, quelle disposizioni non riguardavano specificamente le
               questioni militari per le  quali non si  prevedeva un allentamento del con-
               trollo.
                   Dopo un anno e mezzo di cobelligeranza gli italiani credevano di avere
               riacquistato il diritto di tornare a governarsi da soli. Da un punto di vista
               morale forse avevano tutto il diritto di farlo, ma la realtà era che l'armisti-
               zio dell'8 settembre aveva sancito con la sconfitta, una condizione di mi-
               norità:  l'Italia  era  uno  stato  sotto  tutela,  e tale  sarebbe  restato  fino  alla
               firma  del  trattatto  di  pace.





               (33)  A.U.S.S.M.E., I-3, 91/8, SMG, Uff.  op. 26 gen. 1945, 102887, e Id,  19 feb.,  1945.
               (34)  D. W. Ellwood, L'alleato nemico,  cit., p. 220-1, 232, 234, riporta vari giudizi critici
                   di  persopalità  inglesi  e  americane.
               (35)  D. W . E.llwood, L'alleato  nemico,  cit.,  p.  221  e H. L.  Coles-A.K.  Weinberg, op.cit.,
                   cap.  XVII, "A  New  Dea! for  ltaly" ; cfr.  anche H.  Macmillan,  Diari,  cit.,  20 e  23
                   febbraio  1945.








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