Page 127 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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GLI  ULTIMI  MESI  DELLA  R.S.I.                                   119

               dei numeri accusati di "disfattismo" all'aggressione squadristica agli edi-
               colanti che ne vendevano le  copie ed ai cittadini che le leggevano.  All'av-
               versione  di  Mezzasoma,  Zerbino e  Farinacci  si  aggiunse  l'intervento  di
               Pavolini, il quale il 20 febbraio in un appunto al Duce riportava lo scon-
               certo che la  notizia della  costituzione di un movimento  dichiaratamente
               socialista aveva suscitato tra i fascisti  soprattutto in Piemonte e Lombar-
               dia.<37>  Inoltre,  bisognava  registrare  l'atteggiamento  ostile  delle  autorità
               tedesche,  per le  quali,  fantasiosamente  e forse  pretestuosamente,  il  Rag-
               gruppamento e di conseguenza la direzione del giornale avevano preso con-
               tatto con la Seconda Internazionale attraverso esponenti del Partito laburista
               britannico.  (3S)
                    Dopo numerose difficoltà "L'Italia del Popolo" sarebbe uscito il 28
               marzo e nei giorni successivi fino allO aprile, quando in seguito alla pub-
               blicazione di un articolo poco riguardoso nei confronti delle associazioni
               combattentistiche, la redazione del giornale fu  invasa da membri del Par-
               tito e si dovette sospendere le pubblicazioni. In totale, erano usciti tredici
               numeri del quotidiano dell'RNRS. Il 22 aprile, dopo un intervento di Cione
               e di Carlo Borsani, Mussolini ordinò la riapertura della redazione ed una
               pubblicazione di un nuovo numero del quotidiano. L'edizione, stampata
               il  24  aprile  1945,  non  fu  mai  distribuita.
                    Al contempo anche il Raggruppamento si sgretolò. Il 20 marzo Zoc-
               chi,  prendendo  a  pretesto  una  censura  di  un  suo  articolo  operata  dalle
               autorità, abbandonò la formazione politica in quanto ne giudicava le  po-
               sizioni troppo moderate. Il CLNAI evitò qualsiasi  dialogo con la  forma-
               zione di Cione e con il CNISS, giudicati un'"opposizione di sua maestà",
               coagulo  di  opportunisti alla  ricerca  di  una  disperata salvezza  personale.
                    Il  Duce seguì  con  attenzione l'evoluzione  dell'RNRS,  intervenendo
               presso i gerarchi e le autorità tedesche a difesa dell'operato di Cio ne e dei
               suoi affiliati e presentando !'"Operazione Ponte" come una sorta di "ca-
               mera di decantazione"  dei fascisti scontenti della R.S.I. e degli antifascisti
               scontenti del CLNAI.  Ma Mussolini  intuì rapidamente il  fallimento  del-
               l' operazione. Cio ne era un filosofo,  non un politico. Gli altri erano figure
               di sfondo, gregari emarginati dall'Antifascismo, per lo  più vecchi rivolu-
               zionari  che  del  massimalismo  del  primo anteguerra  avevano  mantenuto



                (37)  Nicola Cospito - Hans Werner Neulen, Salò-Berlino: l'alleanza difficile,  Mursia, Mi-
                    lano,  1992,  p.  210.
                (38)  Edmondo Cione, cit., p. 321. Si  veda anche Nicola Cospito-Hans Werner Neulen,
                    cit.,  p.  210.








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