Page 124 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               poco  numerosa,  ma  decisa  e potente dei  gerarchi  fascisti" .<30)  L'intellet-
              tuale inviò  il  6  dicembre una lettera a  Mussolini,  nella  quale informò  il
               Duce del sabotaggio che  stava  subendo ad opera delle  correnti di destra
               ed estremiste della R.S.I. Tuttavia nella stessa lettera Cione ribadiva l'im-
               pegno  all'operazione concordata con  il  Duce:  "Tornato a  Milano ho  ri-
               preso  a  lavorare  per  l'opera  di  conciliazione  nazionale  a  cui  mi  sono
               dedicato, opera chiara e leale, perché non vuole equivoci e distingue net-
               tamente le  posizioni. I fascisti  debbono rimanere fascisti  e gli antichi op-
               positori non debbono rinnegare il  passato:  solo  che tra gli  uni e gli  altri
               bisogna creare un Ponte che ci unisca tutti nel nome dell'Italia, della lotta
               agli  Anglosassoni  e  della  socializzazione".  (3 !)
                   L'evoluzione della situazione politica diede ulteriore impulso all' ope-
               razione di Cione. Gli Alleati, sfondata la Linea gotica, avevano nuovamente
               arrestato l'avanzata. Inoltre il  12 dicembre 1944 si aveva assistito alla fuo-
               riuscita del PSIUP e del Partito d'azione dal Governo Bonomi, che fu  let-
               ta a Gargnano come una spaccatura nel CLN tra le forze anticapitalistiche
               e repubblicane da un lato e i conservatori filomonarchici dall'altro. Si ren-
               deva  necessario  approfittare della  situazione,  tenendo  conto  anche  delle
               sempre più insistenti voci  circa presunte trattative condotte dai tedeschi
               in Svizzera  con emissari degli  anglo-americani  il  Governo repubblicano-
               sociale ne era stato escluso ed avrebbe dovuto arrangiarsi da solo. Il Duce
               decise dunque di concretizzare !'"Operazione Ponte", attraverso la costi-
               tuzione di un partito politico che potesse diventare l'elemento cementante
               di un ipotetico "governo provvisorio". Tale esecutivo, nei disegni di Mus-
               solini, avrebbe visto l'organica presenza al suo interno di esponenti della
               cosiddetta "sinistra anticapitalista (socialisti, repubblicani, azionisti) e di
               fascisti  socializzatori.

                   Cione si avvicinò al gruppo Gorrieri-Zocchi, attraverso l'intercessio-
               ne  del  sedicente emissario del  PSIUP  Gabriele Vigorelli,  e tentò  di  dare
               una linea  comune  a  quel  coacervo  di  idee  politiche  differenti  e  talvolta
               contrapposte. 1129 gennaio 1945 fu fondato un "Centro Nazionale Italia-
               no  di  Studi Sociali"  (CNISS),  guidato dal cattedratico genovese Lorenzo
               Caboara, e composto da numerosi esponenti di  primo piano del gruppo
               Cione. Il Circolo si  presentava aperto ai contributi di  militanti antifasci-
               sti, alla condizione che tutti concordassero sul trinomio "Italia-Repubblica-


               (30)  Ibidem.
               (31)  Ibidem,  p.  312.








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