Page 119 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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GLI ULTIMI MESI DELLA R.S.I. 111
La scelta della Valtellina quale sede del Ridotto aveva sottovalutato
la presenza partigiana nella zona. Reparti delle "Fiamme Verdi" erano
stati segnalati presso le centrali elettriche, sul passo dello Stelvio e lungo
le valli degli affluenti dell'Adda in prossimità di Edolo, l'Aprica (Val Bran-
det) e la Svizzera. Pavolini riteneva che i partigiani fossero ben armati ed
equipaggiati, e potessero fare conto su un appoggio aereo alleato. Agenti
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britannici erano stati segnalati presso i comandi dei "ribelli" .< 0 Si ren-
deva necessario un ampio rastrellamento della valle e dei territori ad essa
direttamente collegati. Pavolini organizzò il 6 aprile una frettolosa opera-
zione militare, impiegando un "raggruppamento mobile" di circa 3 70 fa-
scisti appartenenti alla Brigata Nera fiorentina "Raffaele Manganiello",
alla "Augusto Felisari" di Cremona, alla "Sergio Gatti" di Sondrio e ad
una compagnia della III Legione Confinaria. La prima fase del rastrella-
mento si concentrò in Valchiavenna e in Valsassina per poi proseguire
verso est.
Tuttavia né l'Alta Valle, né le valli circostanti Edolo né tantomeno
le importantissime centrali elettriche furono espugnate. Pur ammettendo
che i rapporti di forza erano a favore dei partigiani, il Comandante delle
Brigate Nere propose a Mussolini l'estensione delle operazioni di rastrel-
lamento per tutto aprile, con l'ipotizzato impiego di circa cinquemila militi.
Anche il RAR apparteneva a quella dimensione onirica caratterizzante
il tramonto della Repubblica Sociale. Quella sorta di enclave fascista nel
Nord Italia, idea mutuata con disinvoltura dalle esperienze partigiane della
Val d'Ossola, venne accolta freddamente dalla maggioranza degli esponenti
di Gargnano.
Mussolini avrebbe alternato, sin dall'estate 1944, momenti di since-
ro entusiasmo a critiche severissime infarcite da espressioni colorite per
definire l'inconsistenza del progetto. Il Duce avrebbe utilizzato quella si-
gla, RAR, e il nome del comandante del Ridotto, Onori, ogni volta che
i suoi tentativi di avvicinamento al CLNAI fossero falliti, quasi a volere
minacciare una resistenza armata nella quale avrebbero creduto in pochi:
simbolo di una " soluzione militare" poco convinta e realizzabile, il Ridot-
to sarebbe entrato - come tanti altri progetti di Mussolini - nell'ormai
vacua iconografia del Fascismo e del suo leader.
(21) Dalla relazione di Pavolini al Duce, 5 aprile 1945, conservata all'Istituto Storico
della Resistenza di Reggio Emilia, citata in Ibidem, p. 238.
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