Page 121 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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GLI  ULTIMI  MESI  DELLA  R.S.I.                                   113

               e schierati a quadrato attorno a Mussolini, lugubre icona vivente del Fa-
               scismo, Pavolini ed i suoi combattenti avrebbero vendicato l'Italia. Molti
               furono,  soprattutto tra i più giovani, coloro che videro nel disegno quasi
               delirante  del  Comandante  delle  Brigate  Nere  un'ultima,  tragica  sugge-
                      22
               stione. < )
                    Il progetto non venne mai attuato. A riprova della scarsa fiducia ri-
               posta nel RAR da parte delle autorità politico-militari, il sottotenente del-
               la  GNR Giuseppe  Rocco  fu  incaricato  da  Onori  di  redigere  un  piano
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               difensivo  puramente teorico  del  Ridotto.< 3l
                    Il  14 aprile  si  tenne  a  Villa  Feltrinelli  una  riunione  tra  Mussolini,
               Pavolini, Zerbino, Anfuso, Graziani, Rahn, Wolff, Dollmann e Von Vie-
               tinghof durante la  quale si  discusse  del RAR.  Pavolini,  dopo  avere  illu-
               strato  il  piano,  propose  la  concentrazione  di  forze  fidate  in  Valtellina.
               Tuttavia le  autorità germaniche accolsero  freddamente e con sostanziale
               disinteresse il piano: già in fase  di avanzata trattativa con il nemico, i te-
               deschi si preoccupavano di non innervosire la controparte con l'appresta-
               mento di sistemi difensivi e di conseguenza ostili. Una testimonianza della
               riunione ce la fornisce Filippo Anfuso, con particolare riferimento al com-
               portamento tedesco:  "Ai tedeschi, Wehrmacht e S.S., fu  chiesto quale fosse
               la loro opinione su una difesa comune italo-germanica della Valtellina, con-
               siderando  che  la  situazione geografica  del  Ridotto  avrebbe  permesso  ai
               suoi  difensori  di  congiungersi,  in  un'estrema  volontà  di  resistenza,  con
               le  truppe tedesche in Germania.  I generali tedeschi  che avevano in tasca
               le condizioni di  resa  stipulate con gli  anglo-americani,  non fecero  vere e
               proprie difficoltà,  calcolando che era superfluo opporvisi suscitando di-
               scussioni tanto inutili quanto tempestose con Mussolini e gli italiani. (. .. )
               Passati alla  parte tecnica  del  progetto,  Vietinghof diede la  parola al  suo
               Capo di Stato Maggiore il quale ci consigliò molte difese (senza preferirne
               nessuna) con una voce eterna da militare professionista e senza accennare
               alla resa sostanziale già firmata dal suo Comandante in capo e che ci  ab-
               bandonava alle  vendette dei  nostri  compatriotti" .< 24 l  Mussolini,  lasciato
               libero di agire dagli alleati germanici, autorizzò il Comandante delle Bri-
               gate  Nere  a  proseguire  nella  realizzazione  operativa  del  Ridotto.


               (22)  Nel 1944 circolò la  voce di trasferire in Valtellina le  ceneri di Dante Alighieri. La
                    notizia non è confermara ed, in ogni caso, nell'aprile 1945 il trasferimento non avreb·
                    be  potutO  avere  luogo  essendo  Ravenna  da  tempo  conquistata  dagli  Alleati.
               (23)  Alessandro  Zanella,  cit.,  p.  78.
               (24)  Filippo Anfuso,  Da Palazzo  Venezia al Lago di  Garda,  Cappelli, Bologna,  1957, p.
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