Page 264 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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fu che il suggello posto al rapido processo d'impoverimento - sino all'e-
saurimento- dei fondamenti statutari dello Stato. Tale processo non era
necessariamente implicito nei due strumenti armistiziali del settembre 1943.
Benché entrambi comportassero una drastica menomazione della sovrani-
tà nazionale, nulla essi dicevano in merito alla forma istituzionale, consi-
derata riservato dominio degl'Italiani. Era però stato il CLN a subordinare
la sua 'collaborazione' con la monarchia - o, più esattamente, l' assunzio-
ne della somma di esecutivo e legislativo, dopo lo scioglimento della
Camera dei fasci e delle corporazioni e la paralisi del Senato - alla con-
vocazione, entro quattro mesi dal raggiungimento della pace, di un'assem-
blea incaricata di dettare la nuova costituzione. Dunque il DDL del 16
marzo 1946 non fece che enunciare i termini nei quali avrebbe preso cor-
po un mutamento comunque già delineato in quel precedente.
Se n'era avuto eloquente avviso nei lavori della "Commissione For-
ti" prevista dall'art. 5 del DDL 31 luglio 1945 istitutivo del Ministero
per la Costituente e incaricata di predisporre gli "elementi per lo studio
della nuova costituzione". Mentre altre commissioni, presiedute dagli sto-
rici Giacomo Perticone e Alberto M. Ghisalberti, si premurarono di rac-
cogliere materiali documentari, la "Commissione Forti" (così denominata
dal suo presidente, Ugo Forti, docente di diritto amministrativo all'Uni-
versità di Bologna ed estraneo ai partiti) svolse "un'azione politica nel senso
più elevato del termine, spesso all'interno di un'interpretazione solo 'tec-
nica' del suo ruolo", come ha osservato il costituzionalista Gustavo Za-
grebelsky. I suoi lavori, guidati dall'azionista Giovan Battista Boeri, da
Leopoldo Piccardi, Arturo Carlo ]emolo, Emanuele Piga e Nicola Perrot-
ti, furono improntati dalla personalità vigorosa dei suoi ottantaquattro com-
ponenti, nel cui novero è giocoforza constatare la netta preminenza di
repubblicani militanti: Piero Calamandrei, Vezio Crisafulli, Massimo Se-
vero Giannini, Costantino Mortati, Egidio Tosato ... , il cui peso non veni-
va certo bilanciato dalla pur riconosciuta autorevolezza di Giovanni
Cassandra, Guido Astuti e pochi altri noti per simpatie monarchiche. Ad
accentuare la valenza complessivamente favorevole alla repubblica della
Commissione Forti - non per caso voluta da Nenni e seguita da presso
dal suo capogabinetto M.S. Giannini - fu il concorso dei membri di pro-
venienza propriamente partitica: Umberto Terracini, Ruggero Grieco,
Amintore Fanfani, Egidio Reale, Adriano Olivetti ... : tutti o quasi allineati
su posizioni intransigentemente repubblicane, ormai prevalenti nei CLN.
È pur vero che la Commissione si astenne dall'entrare nel merito della scelta
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