Page 261 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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LOTIA DEI  PARTITI  E QUESTIONI  ISTITUZIONALI                    253

               ex  parlamentari antifascisti,  nonché fra  "appartenenti a  categorie ed or-
              ganizzazioni sindacali, culturali e di reduci". Ripartiti in dieci  Commis-
               sioni,  i  430  consultori  nazionali  esprimevano  parere  obbligatorio  sui
               progetti di bilancio e sui rendiconti consuntivi dello Stato, in materia di
               imposte, salvo casi di urgenza, e sulle leggi elettorali. Di sua competenza
               fu  quindi l'approvazione della legge istitutiva del referendum istituziona-
               le e per l'elezione dell'Assemblea costituente (DDL 16 marzo 1946 n. 98),
               a integrazione e modifica di quello del 25  giugno  1944 e DDL connessi),
               perfezionata dal DDL n.  210 del 25  aprile 1946 sullo svolgimento del re-
               ferendum  e  la  proclamazione dei  suoi  risultati.
                   Un'apposita commissione- formata da Giorgio Amendola per il PCI,
               Bruno per il  PdA, Corsi per il  PSIUP, Spataro per la  DC, Veroni per la
               Democrazia del lavoro e Manlio Brosio, che la  presiedette,  per i liberali
               - vagliò la caratura antifascista dei consultori proposti dagli aventi dirit-
               to,  al di là dei  38 membri designati  da ciascuno dei partiti dell' esarchia
               ciellenistica.
                   Il  31  luglio  1945  il  DDL n. 433  istituì il  Ministero della  Consulta,
               affidato  il  l 7  agosto  a  Manlio  Brosio.  La  sua  istituzione  non  comportò
               la cancellazione delle cariche di presidenti della  Camera e del Senato, ri-
               spettivamente affidate a Vittorio Emanuele Orlando e al marchese Pietro
               Tomasi della Torretta nell'estate  1944. Nondimeno, essa  rispose ai  pro-
               positi enunziati dalla già ricordata 'lettera programmatica' del partito d'a-
               zione del 20 novembre 1944, anche se i moderati la interpretarono come
               una vittoria perché il suo insediamento scongiurava definitivamente l'isti-
               tuzionalizzazione  dei  CLN  il  cui  congresso  nazionale,  nell'agosto  1945,
               dovette  rassegnarsi  a  constatare  che  la  "rivoluzione",  di  cui  essi  erano
               depositari e attori, non trovava spazio nell'ordinamento dello Stato. Non-
               dimeno  essa  consolidò la  "costituzione provvisoria"  prospettata  sin  dal
               DDL n.  151  del 25  giugno  1944 in  forza  del  quale il  "popolo italiano"
               sarebbe stato chiamato a  eleggere  "suffragio  universale diretto e segreto
               un'Assemblea costituente per deliberare la nuova costituzione dello Stato".

                   Integrata il  12 luglio  1945 con rappresentanti delle regioni da poco
               liberate, la Consulta N azionale finì  per contare  7 3 socialisti e altrettanti
               democristiani, 64 liberali, 61  comunisti,  55  azionisti, 44 democratici del
               lavoro, 27 indipendenti e  11  esponenti di partiti non compresi nell' esar-
               chia  ciellenistica  (per  esempio  repubblicani).
                    I consultori aderenti a partiti dichiaratamente e intransigentemente
               repubblicani sommarono a 192: ovvero circa il45%. Repubblicani erano








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