Page 257 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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LOTTA DEI PARTITI E QUESTIONI ISTITUZIONALI 249
Il P dA dichiarò di combattere la monarchia "considerandola neces-
sariamente legata alla reazione, sia quale forma istituzionale, sia come realtà
concreta nella vita dello Stato italiano", sicché, a suo giudizio, l'avvento
dell'" ordine democratico" era strettamente connesso alla " eliminazione
dell'istituto monarchico".
Se questa era la premessa, l' instaurazione della democrazia doveva
a sua volta passare attraverso una rivoluzione i cui lineamenti vennero
tracciati nella lettera dell'esecutivo Alta Italia del P dA agli altri partiti del
CLN, imperniata sul " problema della democrazia italiana", ovvero sulla
sostituzione del "vecchio stato centralizzato e centralizzatore, giunto alla
sua esasperazione ultima nel regime fascista" con i "comitati di lotta sorti
nel corso della guerra di liberazione", cioé con i " comitati di liberazioni
delle valli tenute dai partigiani, delle officine, dei paesi, delle città, delle
provincie, delle regioni dell'intero territorio nazionale": organi di gover-
no che si erano assunti "il compito di guidare il popolo italiano quando
il pretenzioso apparato statale monarchico-fascista era andato in polve-
re", mostrando di essere " i soli organi capaci di salvaguardare malgrado
tutto i valori più alti del popolo italiano" e che, lungi dall'essere sciolti
all'indomani della liberazione, dovevano ergersi a "pietra d'angolo" del
nuovo stato democratico" . Veniva prospettata in tal modo una netta dico-
tomia permanente tra governo nazionale- quel governo del Regno ch'era
peraltro l'unico riconosciuto dalle Nazioni Unite e abilitato a trattare in
nome e per conto dell'Italia, in continuità con quello che aveva sottoscrit-
to la resa senza condizioni del settembre 1943 e il successivo onerosissi-
mo "armistizio lungo" - e il CLN, ovvero un sodalizio, autoconvocato
e privo di veste formale e poteri conseguenti. Tale dicotomia era esaspera-
ta dalla latente contrapposizione tra CCLN e CLNAI, alimentando un con-
trasto che poteva essere attutito solo dalla duplicità dello stesso CCLN,
cioè dalla sua attitudine - fino a quale misura perseguibile - ad alternare
un minimo di lealismo nei confronti del governo nazionale e delle richie-
ste anglo-americane alla progettazione di un capovolgimento di prospetti-
ve dall'insurrezione finale in poi, quando molti s'illudevano che l'Italia
sarebbe stata del tutto libera di autodeterminazione, fuori da qualsiasi ul-
teriore vincolo armistiziale.
L'incomponibile contrasto tra le prospettive avanzate dal PdA e l'or-
dinamento istituzionale vigente e riconosciuto dai vincitori risultava an-
che più esplicito nell'analisi degl'interpreti più accreditati del programma
'' giellistico''.
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