Page 283 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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L'EPURAZIONE  E  LA  SUA  PARABOLA  POLITICA                      275


               segue nota
                   nel quale, forse  però un eccesso di prudenza, l'Ambasciata in questione risulta per
                   quella  del  Madagascar.  Va  comunque sottolineato  che tale  voce  - ancora  oggi  -
                   rimane tra le  ipotesi possibili, specie in funzione di quella frase,  mai spiegata, che
                   Moro scrisse nella  sua prima lettera dal carcere: "Mi trovo - disse - sotto un do-
                   minio pieno ed incontrollato". A Roma, la pienezza di una sovranità incontrollata,
                   appartiene soltanto o alle Ambasciate straniere, o alla Città del Vaticano. Ulteriori
                   luci, possono provenire da quanto scrisse nel numero del 20 febbraio  1979 sul suo
                   settimanale "OP"  Mino Pecorelli, al  quale - come si  sa  - rimaneva un solo altro
                   mese di vita. Egli raccontò di aver ricevuto dalle mani del colonnello Antonio Viez-
                   zer, dei Servizi,  un documento estratto dagli  Archivi e risalente al  1945. Pecorelli
                   disse  che  non lo  avrebbe pubblicato, ma  aggiunse:  "Il documento è qui,  nelle  no-
                   stre mani,  nero su bianco.  Si  tratta di un vecchio  fascicolo  ingiallito,  registrato  al
                   n.  15.  745  (in  realtà si  trattava  della  data,  15.7. 1945) Com. In. Form.  il  qualche
                   ufficio.  È un lungo  elenco  di  nomi  che qualcuno  un giorno ha  tradito.  Un lungo
                   elenco  che  comunque  noi  non  tradiremo una seconda  volta. Perché non è  nostro
                   costume  rivelare  segreti  di  Stato  (e  questo  ha  tutta  l'aria  di  esserlo)" .
                   È senza dubbio singolare, ed abbastanza rivelatore, che il mandato di cattura spic-
                   cato dal giudice Sica alla fine maggio 1981 fosse motivato proprio dalla sottrazione
                   di questi documenti, che Maurizio De Luca e Mario Scialoja ("L'Espresso", 7 giu-
                   gno  1981) descrivono così: " Quattro cartelle dattiloscritte a spazio uno, un po in-
                   giallite, fitte di nomi. Sono i nomi degli italiani che, soprattutto in Toscana, durante
                   la seconda guerra mondiale, collaborarono stabilmente coi nazisti. Accanto ad ogni
                   nome c'è l'indicazione precisa dei collegamenti con i tedeschi. Compresi, per molti,
                   i rapporti diretti con i servizi segreti del Reich .... L'elenco è preceduto da una an-
                   notazione,  "Le  indicazioni  che  seguono  sono  state  fornite  da  Licio  Gelli" .
                   È impossibile, anche oggi,  andare più in là di  quanto si  è esposto, soprattutto per-
                   ché questo famosissimo elenco, custodito in cassaforte dal giudice Domenico Sica,
                   non  è  mai  più  ricomparso.




































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