Page 287 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL PROBLEMA DELLE FRONTIERE ORIENTALI 279
sero i primi segni del collasso germanico" .<5l Il segretario generale del mi-
nistero Renato Prunas aveva cercato di convincere ad agire il tal senso
il ministro della guerra, Conte Alessandro Casati, che era parso però
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contrario. < l
Gli italiani cercarono di percorrere entrambe le strade, quella dello
sbarco nella Venezia Giulia delle forze armate regie in accordo con gli al-
leati e quella di sensibilizzare al problema della difesa dei confini orientali
le forze armate repubblicane. Le iniziative vennero prese dai militari, in
particolare dalla Regia Marina, con il consenso del presidente del consi-
glio e ministro degli esteri Ivanoe Bonomi. Come è noto, su pressione di
Churchill, nella seconda metà del giugno 1944 il Comandante Supremo
alleato nel Mediterraneo, Sir Henry Maitland Wilson, aveva proposto agli
Stati Maggiori combinati anglo-americani di effettuare in !stria, e non nel
sud della Francia, il previsto sbarco secondario sulle coste meridionali del-
l'Europa in appoggio all'invasione in Normandia. La proposta si era scon-
trata con l'opposizione degli Stati Maggiori statunitensi, dettata da ragioni
militari, e del presidente Roosevelt, decisamente contrario a lasciarsi coin-
volgere politicamente nei Balcani al seguito dei britannici. Wilson era tor-
nato alla carica a fine settembre prospettando due progetti alternativi di
sbarco, a Trieste e in !stria o a sud di Fiume, e poi ancora in novembre,
questa volta in Dalmazia, da effettuare all'inizio del 1945. La realizzazio-
ne di questi progetti, sui quali gli americani (e gli stessi Stati Maggiori
britannici) avevano molte riserve, si arenò definitivamente di fronte alla
crisi dei rapporti tra gli occidentali e Tito e alla situazione sviluppatasi
in Grecia.m
Alla luce della politica alleata in Italia, in particolare riguardo all' im-
piego delle Forze Armate regie, è da escludere che a tali operazioni avreb-
bero potuto partecipare truppe italiane. È pure da escludere, a maggior
(5) !bi, 1°-8-44, n. 312. Nel suo "appunto segreto", Zoppi sembrava dare priorità ai
contatti con la R. S.I., per poi, "se ciò non fosse possibile", avvicinare gli alleati; ma,
probabilmente, si trattava solo di un criterio espositivo. L'opportunità di uno sbar-
co sulle coste istriane, con la partecipazione "almeno a titolo simbolico" di unità
italiane, fu ribadita dal segretario della commissione confini, Alberico Casardi al mi-
nistro degli esteri Alcide De Gasperi il20-12-44, in DDI, vol. Il (12 dicembre 1944-9
dicembre 1945), Roma, 1992, n. 8.
(6) Cfr. De Castro, La questione di Trieste ... , cit., vol. l, p. 311.
(7) Cfr. Dé Robertis, op. cit., p. 116, 180, 183-84;]. Ehrman, Grand Strategy, vol. VI,
October 1944-August 1945, Londra 1956, p. 48; W. S. Churchill, La seconda guerra
mondiale, VI, Trionfo e tragedia, tr. it., Milano, 1967, p. 2943-52.
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