Page 292 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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              due Forze Armate,  disposte a superare le  divisioni  della guerra civile  in
              nome del comune patriottismo, fosse  agli  antipodi di  quello di  chi,  i co-
              munisti, nella questione delle frontiere orientali subordinò l'interesse na-
              zionale, concetto ovviamente privo di significato per i marxisti, alle esigenze
              dell'internazionalismo proletario.  Ciò  induce a  considerare la  situazione
              politico-militare  nella  Venezia  Giulia.

              La situazione politico-militare nella Venezia Giulia

                   Il tema è stato già accennato nella relazione dedicata lo scorso anno
              a I rapporti diplomatici del CLNAI.< 20 > Nel 1943-45 Trieste e la Venezia Giu-
              lia  furono  teatro  dello  "scontro tra l'italianità,  il  pangermanesimo  ed  il
                            21
              pansla vismo", < > mentre si  profila va il conflitto della fase  immediatamente
              successiva, quello politico, ideologico, diplomatico e militare tra Occiden-
              te e comunismo: la guerra fredda. Gli italiani, fra le tre parti, si trovarono
              nella  condizione  peggiore  per  affrontare  lo  scontro.  Erano  infatti  divisi
              in due entità statali, l'una, al sud, che vedeva ferreamente controllate da-
              gli anglo-americani le due prerogative essenziali della sovranità, i rappor-
              ti internazionali e l'uso della forza militare; l'altra al nord, dotata in generale
              di ancora minore autonomia al riguardo, era stata privata inoltre di quasi
              ogni potere nella regione, sottoposta direttamente all'autorità tedesca del-
              l' Adriatisches  Kustenland.



              (20)  M.  De Leonardis,  l  rapporti  diplomatici  del  CLNAI,  in  Commissione  Italiana di Storia
                  Militare,  L'Italia in guerra.  Il quinto anno- 1944, a cura di R. H. Rainero e R. Sicurez-
                  za,  Roma,  1995,  p.  344-46.
              (21)  De Castro, La questione di  Trieste ... , cit.,  vol.  l, p. 229. Sulle vicende locali durante
                  l'occupazione tedesca cfr., tra l'altro, oltre a questo volume, G. Fogar, Sotto l'occupa-
                  zione  nazista  nelle provincie  orientali,  Udine,  1961;  T.  Sala,  La crisi finale  ne/litorale
                  adriatico  1944-1945,  Udine,  1962; G.  La  Perna, Pola,- !stria· Fiume  1943-1945.
                  La lenta agonia  di  un  lembo  d'Italia, Milano,  1993. Osserva giustamente De Castro
                  (La questione di Trieste ... ) ci t., vol.  I,  p.  l 72-7 3) riguardo alle opere sull' argomen-
                  to che "ogni scrittore locale risente della tendenza politica alla quale ha appartenu-
                  to  o  appartiene"  e  che  come  diversità  politica  si  va  dal lavoro  del  prefetto  della
                  R.S.I. (B. Coceani, Mussolini, Hitler, Tito alle porte orientali d'Italia, Bologna,  1948)
                  a  quello del comunista M.  Pacor (Confine  orientale.  Questione  nazionale e resistenza  nel
                  Friuli-Venezia  Giulia,  Milano,  1964) che,  dice con un certo under-statement,  "si sbi-
                  lancia ... un pò troppo verso gli  slavi",  arrivando a  scrivere (p.  329) che  nei qua-
                  ranta giorni di occupazione del  1945 essi, a Trieste, "condussero una politica che,
                  se aveva per presupposto l'annessione allaJugoslavia ... deve tuttavia essere ricono-
                  sciuta, obiettivamente, assai  corretta e civile." Naturalmente le tendenze politiche
                  influenzano in una certa misura le  opere anche di  scrittori non locali,  non esclusi
                  gli  storici  professionisti.








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