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due Forze Armate, disposte a superare le divisioni della guerra civile in
nome del comune patriottismo, fosse agli antipodi di quello di chi, i co-
munisti, nella questione delle frontiere orientali subordinò l'interesse na-
zionale, concetto ovviamente privo di significato per i marxisti, alle esigenze
dell'internazionalismo proletario. Ciò induce a considerare la situazione
politico-militare nella Venezia Giulia.
La situazione politico-militare nella Venezia Giulia
Il tema è stato già accennato nella relazione dedicata lo scorso anno
a I rapporti diplomatici del CLNAI.< 20 > Nel 1943-45 Trieste e la Venezia Giu-
lia furono teatro dello "scontro tra l'italianità, il pangermanesimo ed il
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pansla vismo", < > mentre si profila va il conflitto della fase immediatamente
successiva, quello politico, ideologico, diplomatico e militare tra Occiden-
te e comunismo: la guerra fredda. Gli italiani, fra le tre parti, si trovarono
nella condizione peggiore per affrontare lo scontro. Erano infatti divisi
in due entità statali, l'una, al sud, che vedeva ferreamente controllate da-
gli anglo-americani le due prerogative essenziali della sovranità, i rappor-
ti internazionali e l'uso della forza militare; l'altra al nord, dotata in generale
di ancora minore autonomia al riguardo, era stata privata inoltre di quasi
ogni potere nella regione, sottoposta direttamente all'autorità tedesca del-
l' Adriatisches Kustenland.
(20) M. De Leonardis, l rapporti diplomatici del CLNAI, in Commissione Italiana di Storia
Militare, L'Italia in guerra. Il quinto anno- 1944, a cura di R. H. Rainero e R. Sicurez-
za, Roma, 1995, p. 344-46.
(21) De Castro, La questione di Trieste ... , cit., vol. l, p. 229. Sulle vicende locali durante
l'occupazione tedesca cfr., tra l'altro, oltre a questo volume, G. Fogar, Sotto l'occupa-
zione nazista nelle provincie orientali, Udine, 1961; T. Sala, La crisi finale ne/litorale
adriatico 1944-1945, Udine, 1962; G. La Perna, Pola,- !stria· Fiume 1943-1945.
La lenta agonia di un lembo d'Italia, Milano, 1993. Osserva giustamente De Castro
(La questione di Trieste ... ) ci t., vol. I, p. l 72-7 3) riguardo alle opere sull' argomen-
to che "ogni scrittore locale risente della tendenza politica alla quale ha appartenu-
to o appartiene" e che come diversità politica si va dal lavoro del prefetto della
R.S.I. (B. Coceani, Mussolini, Hitler, Tito alle porte orientali d'Italia, Bologna, 1948)
a quello del comunista M. Pacor (Confine orientale. Questione nazionale e resistenza nel
Friuli-Venezia Giulia, Milano, 1964) che, dice con un certo under-statement, "si sbi-
lancia ... un pò troppo verso gli slavi", arrivando a scrivere (p. 329) che nei qua-
ranta giorni di occupazione del 1945 essi, a Trieste, "condussero una politica che,
se aveva per presupposto l'annessione allaJugoslavia ... deve tuttavia essere ricono-
sciuta, obiettivamente, assai corretta e civile." Naturalmente le tendenze politiche
influenzano in una certa misura le opere anche di scrittori non locali, non esclusi
gli storici professionisti.
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