Page 355 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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LA POSIZIONE FRANCESE: FRA RIVENDICAZIONE E RICONOSCIMENTO 347
e non sulla Val d'Aosta, il cui problema è accennato solo per riaffermare
che la Francia non ha alcuna mira su questo territorio. È certo la rettifica
delle frontiere che è al centro della discussione, a tal punto che il capo
del governo francese ne fa una questione preliminare al ritorno degli ita-
liani in Tripolitania ed in Cirenaica. Buon diplomatico, Saragat cerca di
temporeggiare, mettendo avanti il fatto che queste rettifiche costituireb-
bero un precedente nei confronti degli Jugoslavi. Questa volta il dibattito
si pone sul vero terreno e la crisi con gli Alleati è bella e terminata. Fra
la fine del mese di luglio ed il mese di agosto 1945, la Francia conduce
una politica di pacificazione in direzione dell'Italia e degli Alleati. Gli in-
contri De Gaulle-Truman, che hanno luogo il24 agosto, sono l'occasione,
per il ca p o del governo francese di fare un'esposizione completa della sua
linea politica nei confronti dell'Italia:
"La Francia desidera avere, in avvenire, delle relazioni di amicizia con l'I-
talia. Essa quindi chiede che il trattato di pace imponga a quest'ultima delle condi-
zioni severe. Per la V al d'Aosta, la Francia non ha mai voluto annetterla, è soddisfatta
delle misure prese da Roma per dare a questa regione l'autonomia. Tutto quello
che la Francia pretende è una leggera rettifica della frontiera al sud.. Non recla-
miamo Ventimiglia. Delle conversazioni hanno già avuto luogo, fra i due governi,
sull'argomento del nuovo tracciato" .< 47 > Questa linea d'azione, ad uso degli Al-
leati, è ripetuta dalla diplomazia francese. Così, il16 settembre 1945, Geor-
ges Bidault rilascia a Londra una dichiarazione nella quale i termini esposti
dal capo del governo francese sono ripresi interamente:
''Per la frontiera italiana vi confermo che noi non pretendiamo né la V al d'Ao-
sta, né Ventimiglia, e nemmeno la Valle della Roya, né la Valle di Susa ...
Di contro, ci dobbiamo assicurare come frontiera la cresta delle Alpi a sud
del Cenisio, vale a dire: Monte Ragassa, Mont Clapier, il Col di Tenda, La Briga,
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i Sei Comuni". < 8>
Nello stesso tempo le discussioni franco-italiane sulle condizioni del
futuro trattato proseguono. Saragat tenta un'ultima volta, il 12 settembre,
di convincere il capo del governo francese a rinunciare alle sue rivendica-
zioni su Tenda e Briga. Invano. Nello stesso tempo egli cerca, da parte del
suo interlocutore francese, un appoggio che l'aiuti a regolare al meglio per
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gli interessi del suo paese il delicato problema del Tirolo e di Trieste.<9>
(47) Ibidem, p. 553.
(48) Charles De Gaulle, Lettres, notes et carnets, 1945, p. 81.
(49) De Gaulle, Mémories de guerre, op. cit., p. 563.
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