Page 25 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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IntroduzIone                               23

                    questa volta il dissenso si manifestò solo con motti apertamente provocatori
                    come Viva i tedeschi, che vengano pure… ma non vi furono più violente ma-
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                    nifestazioni come a Torino nell’agosto di quello stesso anno.  Riemerse inve-
                    ce nella coscienza del paese, come un fiume carsico, la consapevolezza di far
                    parte di una comunità, con una storia comune; in quel momento la situazione
                    che si presentava poneva la questione solo ed esclusivamente in termini di sal-
                    vezza nazionale.
                      Trovarono così spazio migliaia di appelli, di parole fiammeggianti di resi-
                    stenza e di fede dove l’impulso della critica era tenuto a freno dal sentimento
                    di concordia per non sfibrare la combattività dell’esercito. Si disse dunque con
                    voce alta e ferma che l’Italia non era un dono di natura, ma un edificio cemen-
                    tato nel sangue di trenta generazioni, il quale doveva essere, finalmente invio-
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                    labile, trasmesso intatto alle venture generazioni.  Forse in quelle drammati-
                    che giornate si ricrearono le condizioni spirituali che Carlo Cattaneo descrisse
                    con indimenticabili parole nel saggio L’antico esercito italiano.
                      Come allora agli albori del Risorgimento, anche nel novembre 1917, uo-
                    mini provenienti da ogni parte d’Italia o anche dall’estero, da una vita di emi-
                    granti, diedero prova di coesione, impararono, probabilmente per la prima
                    volta, a conoscere l’esistenza di una patria comune e, accumunati dall’espe-
                    rienza delle trincee, a capire il senso e il valore del tricolore, palladio perpetuo
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                    di fratellanza pensante e militante, lo definì il patriota lombardo.
                      Lottarono in quei frangenti come cives per affermare nel modo più alto con
                    le armi, ma anche con l’intelligenza e con il cuore, il diritto del loro paese ad
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                    essere libero.  Legati dalla consapevolezza del momento che l’Italia stava vi-
                    vendo e dalla responsabilità cui erano chiamati, animati e sostenuti, certamen-


                    30  Un approfondimento sull’atteggiamento dell’opinione pubblica all’indomani di Caporetto
                      nello studio di Piero Melograni Storia politica della Grande Guerra, cit., pp. 469 -475.
                    31  Junius (Luigi Einaudi), La scuola ha adempiuto al suo dovere? In «Corriere della Sera» 18
                      novembre 1917.
                    32  Molto netta, in senso opposto, è l’interpretazione di Alberto Monticone che, nell’introdu-
                      zione al volume di Angelo Gatti Caporetto. Diario di guerra, afferma: « Direi che si affaccia
                      il dubbio che la vita di trincea di tre anni di guerra non abbia compiuto vera opera di fusio-
                      ne degli animi degli italiani, dalla borghesia lombarda ai contadini di Sicilia; che non ab-
                      bia affatto dato, nella prova suprema, alle masse combattenti il senso di essere nazione; che
                      anzi, quasi saltando il gradino della formazione di un maturo spirito nazionale, attraverso il
                      sacrificio richiesto anche a coloro che erano più ai margini dello Stato, abbia piuttosto dato
                      ad essi la coscienza dei propri diritti e persino una vaga coscienza di classe», in Angelo Gat-
                      ti, Caporetto. Diario di guerra, cit., p. LI.
                    33  Carlo Cattaneo, L’antico esercito italiano, in Politecnico, Milano, Editori del Politecnico,
                      1862, vol. VIII; Carlo Argan, Della milizia antica e moderna in «Nazione militare: rivista di
                      cultura militare», Roma, Poligrafico dello Stato, 1935, pp. 12 – 14.
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