Page 26 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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                  te nella stragrande maggioranza dei combattenti, come emerge dalla lettura
                  dei testi che sono stati riportati, non da spirito di conquista, né da ambizioni
                  militaristiche, ma da un patriottismo inteso come un valore comune di civiltà
                  da condividere con altri popoli, non come sciovinismo o nazionalismo etni-
                  co, ma per consegnare alle nuove generazioni un mondo migliore. «La Patria
                  non è un territorio – scriveva Giuseppe Mazzini nel 1859 - il territorio non ne
                  è che la base. La Patria è l’idea che sorge su quello; è il pensiero d’amore, il
                                                                                34
                  senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio» . Che poi
                  la storia italiana e europea abbia intrapreso un percorso diverso, addirittura
                  stridente e antitetico con le loro aspettative e con i loro sogni questo non po-
                  tevano prevederlo.
                     Oggi, a più di cento anni dalla conclusione della Grande Guerra, le pa-
                  role di quegli uomini e di quei ragazzi in grigioverde che scrivevano a ca-
                  sa di essere disposti a morire pur di non cedere terreno al nemico, o che nel
                  corso dell’offensiva decisiva, passato finalmente il fiume Piave nell’ottobre
                  del 1918, baciavano la terra da redimere mentre infuriavano i bombardamenti
                  dell’artiglieria austro - ungarica, ci paiono distanti e impenetrabili, come ve-
                  nissero da un altro mondo, e invece «quel mondo ci riguarda ancora – ha scrit-
                  to il nostro presidente Carlo Azeglio Ciampi - e non solo come memoria. Ci ri-
                  guarda perché riguarda la nostra ossatura mentale; la nostra capacità di tenuta
                  nelle avversità; la tempra di un popolo. Quel “racconto” fu scritto da milioni
                  di italiani, i cui nomi non si trovano nei libri di storia; nessuno li ha mai cele-
                  brati; d’altra parte loro compirono, fino in fondo, il proprio dovere, senza aver
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                  mai aspirato a essere eroi».






















                  34  Giuseppe Mazzini, I doveri dell’uomo, Milano, Rizzoli, 2010, p. 72.
                  35  Carlo Azeglio Ciampi, Canti e poesie della Grande Guerra. Per non dimenticare, a cura di
                     Pierluigi Ridolfi, Associazione Amici dell’Accademia dei Lincei, Roma, 2014, p. 7.
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