Page 20 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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18 Dalla Battaglia D’arresto alla Vittoria
Tutti comunque, pur nelle loro diverse motivazioni, come Riccardo
Bacchelli, Antonio Baldini, Giovanni Comisso vissero con sofferenza le or-
ribili giornate del ripiegamento, l’invasione del sacro suolo della patria,
e molti, tra cui Giuseppe e Eugenio Garrone, l’asso della nostra aviazione
Francesco Baracca o il tenente di Vascello Luigi Rizzo, l’affondatore della
Wien, si distinsero in intrepide azioni di guerra così da essere insigniti di me-
daglie al valor militare. E ancora, le memorie delle crocerossine Sita Meyer
Camperio e Ina Battistella apriranno la pagina dell’assistenza ai feriti; alle lo-
ro si uniscono le voci e le testimonianze dei molti valorosi poco noti o addirit-
tura sconosciuti: Pietro, Augusto, Giuseppe, Antonio, Roberto, Biagio, Guido,
Riccardo e gli altri che costituirono il nerbo, la pietra angolare della resistenza
e della riscossa, che fecero argine, senza risparmiarsi, all’avanzata degli au-
stro – tedeschi. Feriti, caduti o imprigionati nel corso dei sessanta giorni del-
la battaglia d’arresto e anche loro spesso decorati. Come Roberto Sarfatti, la
più giovane medaglia d’oro della guerra italiana, o Mario Puccini, scrittore
e saggista oggi certamente dimenticato, ma attivo divulgatore nei primi anni
del Novecento della letteratura italiana nei paesi di lingua spagnola. Riguardo
all’organizzazione e alla sistemazione dei testi si è scelto un criterio per lo più
cronologico articolando la raccolta in tre momenti.
In apertura i fanti, i bersaglieri, gli alpini schierati in prima linea racconta-
no la sorpresa dello sfondamento del 24 ottobre, l’incredulità per quello che
era accaduto, lo sconcerto, la solitudine. In particolare la disperazione dei
molti che cercarono invano di riunirsi ai propri reparti quando parte della II
Armata senza viveri, senza vincoli disciplinari, senza guida perdette ogni co-
esione e finì prigioniera del nemico. Si può affermare con una certa attendi-
bilità che in quei drammatici eventi ogni evenienza anche la più catastrofica
poteva sembrare possibile: il tracollo militare dell’Italia, come era avvenuto
pochi mesi primi nell’Impero Russo. Questo apocalittico scenario non si av-
verò, al contrario: la totalità dei soldati non si rivoltò contro i propri ufficiali,
ma, pur nella generale indisciplina, mostrò un sostanziale rispetto e attese di
essere ordinata per riformare i reggimenti che sulla linea del Piave resistettero
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all’offensiva austro - tedesca .
Seguono le testimonianze di chi nelle immediate retrovie del fronte assi-
stette sgomento alla ritirata convulsa, disordinata di militari frammisti ai ci-
vili in fuga dalle terre invase. «Era una folla non indisciplinata – riferiva il
ministro della guerra Alfieri nella riunione del Comitato segreto della Came-
ra dei Deputati del 13 dicembre 1971 – ma soprattutto incosciente, dimentica
26 Museo del Risorgimento di Milano, Archivio Enrico Caviglia: Riassunto di quanto risulta
all’Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’esercito circa le giornate di Caporetto, s.d., Cart.
159, b. 8.