Page 16 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
P. 16
14 Dalla Battaglia D’arresto alla Vittoria
18
Bissolati ripeteva a tutti di volersi uccidere, Angelo Gatti annotava nel suo
diario il 3 novembre: «Non è più possibile rimanere sul Tagliamento. Contro
quelle truppe nemiche c’erano le due divisioni di Di Giorgio e stamani c’e-
ra anche una divisione di cavalleria, un gruppo di 9 battaglioni di bersaglieri
ciclisti, ecc.: ma che vale se gli animi sono tali che non si pensa se non a in-
dietreggiare?». E poi ancora l’11 novembre: «Qui bisogna pensare, se voglia-
mo veramente continuare la guerra o fare la pace. Ma se vogliamo continua-
re la guerra non è opportuno giuocare tutto su una carta (…) Parrebbe quindi
più opportuno, rifiutare la battaglia sul Piave – Altipiani, per ritirarci, mentre
siamo a tempo ancora, sul Mincio. Qui, con le spalle sicure, appoggiati dagli
alleati, i quali sul Mincio si schiererebbero, e potrebbero fare l’ossatura del-
la battaglia, sicuri della breve linea difensiva, noi potremmo stare fermi tutto
19
l’inverno».
In realtà, a dispetto di questo pessimismo, sembrava proprio che il periodo
più critico fosse ormai superato: gran parte della IV Armata, grazie a una dife-
sa ad oltranza sulle montagne dell’Alto Tagliamento, aveva potuto raggiunge-
re il massiccio del Grappa. Il 9 novembre il Comando della II Armata poteva
allora scrivere nel proprio Diario Storico parole semplici, che riassumevano
con orgoglio l’impegno prodigato dopo il tremendo sbandamento sul l’Isonzo:
«Con oggi le truppe rimaste alla 2ª Armata hanno ultimato la loro missione
che oltre il proprio ripiegamento comprese la protezione di quello della III Ar-
mata (dal 26 ottobre ai primi di novembre) e di quello della IV, dai primi di
novembre al 9. Nelle fortunose fasi del ripiegamento diedero quanto potettero
dare nel riparare al primitivo scacco subito al fronte e perciò tennero ferme al
Tagliamento, al Livenza, al Monticano opponendo tutta la resistenza consen-
tita dalle loro forze stremate, ad un nemico forte di numero e baldanzoso per
20
fortunati eventi».
* * *
Proprio sul Grappa, cerniera del nostro schieramento, Il 13 novembre il I˚
corpo d’armata austroungarico, inquadrato nella 14ª armata tedesca condot-
to dal generale Alfred Krauss investì con forze rilevanti le difese italiane. «Si
18 Angelo Gatti, Caporetto. Diario di guerra (maggio – dicembre 1917), Bologna, Il Mulino,
1964, p. 228.
19 Ivi, p. 234; 286.
20 Ministero della Difesa. Stato Maggiore dell’Esercito. Ufficio Storico, L’Esercito italiano nel-
la Grande Guerra (1915 – 1918), vol. IV. Le operazioni del 1917. Tomo 3˚. Gli avvenimenti
dall’ottobre al dicembre (Narrazione). Roma, 1967, p. 485.