Page 16 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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                  Bissolati ripeteva a tutti di volersi uccidere,  Angelo Gatti annotava nel suo
                  diario il 3 novembre: «Non è più possibile rimanere sul Tagliamento. Contro
                  quelle truppe nemiche c’erano le due divisioni di Di Giorgio e stamani c’e-
                  ra anche una divisione di cavalleria, un gruppo di 9 battaglioni di bersaglieri
                  ciclisti, ecc.: ma che vale se gli animi sono tali che non si pensa se non a in-
                  dietreggiare?». E poi ancora l’11 novembre: «Qui bisogna pensare, se voglia-
                  mo veramente continuare la guerra o fare la pace. Ma se vogliamo continua-
                  re la guerra non è opportuno giuocare tutto su una carta (…) Parrebbe quindi
                  più opportuno, rifiutare la battaglia sul Piave – Altipiani, per ritirarci, mentre
                  siamo a tempo ancora, sul Mincio. Qui, con le spalle sicure, appoggiati dagli
                  alleati, i quali sul Mincio si schiererebbero, e potrebbero fare l’ossatura del-
                  la battaglia, sicuri della breve linea difensiva, noi potremmo stare fermi tutto
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                  l’inverno».
                     In realtà, a dispetto di questo pessimismo, sembrava proprio che il periodo
                  più critico fosse ormai superato: gran parte della IV Armata, grazie a una dife-
                  sa ad oltranza sulle montagne dell’Alto Tagliamento, aveva potuto raggiunge-
                  re il massiccio del Grappa. Il 9 novembre il Comando della II Armata poteva
                  allora scrivere nel proprio Diario Storico parole semplici, che riassumevano
                  con orgoglio l’impegno prodigato dopo il tremendo sbandamento sul l’Isonzo:
                  «Con oggi le truppe rimaste alla 2ª Armata hanno ultimato la loro missione
                  che oltre il proprio ripiegamento comprese la protezione di quello della III Ar-
                  mata (dal 26 ottobre ai primi di novembre) e di quello della IV, dai primi di
                  novembre al 9. Nelle fortunose fasi del ripiegamento diedero quanto potettero
                  dare nel riparare al primitivo scacco subito al fronte e perciò tennero ferme al
                  Tagliamento, al Livenza, al Monticano opponendo tutta la resistenza consen-
                  tita dalle loro forze stremate, ad un nemico forte di numero e baldanzoso per
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                  fortunati eventi».

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                     Proprio sul Grappa, cerniera del nostro schieramento, Il 13 novembre il I˚
                  corpo d’armata austroungarico, inquadrato nella 14ª armata tedesca condot-
                  to dal generale Alfred Krauss investì con forze rilevanti le difese italiane. «Si



                  18  Angelo Gatti, Caporetto. Diario di guerra (maggio – dicembre 1917), Bologna, Il Mulino,
                     1964, p. 228.
                  19  Ivi, p. 234; 286.
                  20  Ministero della Difesa. Stato Maggiore dell’Esercito. Ufficio Storico, L’Esercito italiano nel-
                     la Grande Guerra (1915 – 1918), vol. IV. Le operazioni del 1917. Tomo 3˚. Gli avvenimenti
                     dall’ottobre al dicembre (Narrazione). Roma, 1967, p. 485.
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