Page 12 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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10 Dalla Battaglia D’arresto alla Vittoria
mate austro-tedesche, non vi fu, fino ai primi di dicembre, neppure un caduto
tra gli alleati.
Le giovanissime reclute della classe 1899 portarono al fronte il loro entu-
siasmo quando il nemico era ormai stato arrestato.
I provvedimenti assunti furono realmente di grande efficacia - riconosce-
va il generale Giardino - ma solo per la battaglia del Piave del giugno 1918. 12
Innegabilmente la battaglia d’arresto, specie nei primi giorni, si frantumò
in numerosi episodi tra loro contrastanti: rese senza onore si alternarono a
straordinarie difese ad oltranza. Pur costrette a una precipitosa e disordinata
ritirata – il fronte arretrò di circa 150 chilometri dall’Isonzo – le unità italiane
continuarono a combattere; quello che emerge infatti dalle testimonianze dei
soldati è la disperata volontà di resistere, di battersi sino al sacrificio, di non
mollare, consapevoli ora di difendere il proprio paese contro un nemico con
il morale alle stelle per i recenti inattesi e sorprendenti successi, che già intra-
vedeva la fine vittoriosa della guerra, convinto di festeggiare il Natale 1917
nelle vie di Bassano.
* * *
«Per fortuna nostra Caporetto – scriveva Adolfo Omodeo – ci ferì troppo a
fondo: arrivò a toccare strati sensibili della coscienza nazionale, quella prima
rudimentale coscienza italiana che nei sessanta anni d’Unità era riuscita a co-
stituirsi nel fondo delle moltitudini (…) Chi visse quei giorni ricorderà sempre
come un sacro miracolo questo rifiorire meraviglioso della nazione percossa,
questo maturarsi d’una più pensosa e salda anima nell’umile soldato, il ma-
turarsi – nello squallido inverno fra le file diradate e le linee sguarnite d’arti-
glieria – del saldo proposito di rinnovare la guerra». Dunque per lo storico
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siciliano la riscossa delle armi italiane, e anche dell’intera nazione, era dovuta
principalmente al riaccendersi di quella scintilla di amor patrio, di coscienza
nazionale, per riprendere la sua definizione, che aveva innescato il grande in-
cendio dell’epopea risorgimentale, delle cospirazioni, delle guerre d’indipen-
denza per liberare finalmente il territorio nazionale dalla presenza dell’Austria
e in questa ottica quei tragici tre anni di guerra rappresentavano davvero l’ul-
tima guerra di liberazione dall’Impero Asburgico.
Proprio con il sangue di quelle tremende ferite si manifestarono sentimenti
nuovi e potenti: i soldati, gli ufficiali, tutti i militari impegnati al fronte o nelle
12 Ivi, pp. 133 – 135.
13 Adolfo Omodeo, Caporetto, in «L’Educazione nazionale», 15 maggio 1920, ora in Libertà e
storia. Scritti e discorsi politici, Torino, Giulio Einaudi editore, 1960, p. 25.