Page 13 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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IntroduzIone 11
retrovie, videro che, in soli tre giorni, andava perduto il frutto dei lunghi mesi
trascorsi in trincea, erano vanificati i sacrifici, i lutti, i combattimenti, gli as-
salti, le angosce fino a quella epoca sopportati.
Ricordava sgomento Carlo Emilio Gadda: «Mandai Sassella a prendere il
2°sacco a pelo che m’aveva portato giù la sera (…) Poco dopo egli tornò con
un altro, recandomi l’ordine di ritirarmi dalla posizione, il più presto possi-
bile. – Quest’ordine mi fulminò, mi stordì: ricordo che la mia mente fu co-
me percossa da un’idea come una scena e riempita da un lampo: “Lasciare il
Monte Nero!”: questa mitica rupe, costata tanto, e presso lei il Wrata, il Vrsic;
lasciare, ritirarsi; dopo due anni di sangue. Attraversai un momento di stupo-
re demenziale, di accoramento che mi annientò. Ma Sassella incalzava (…)
mi riscossi: credo di non essere stato dissimile dai cadaveri che la notte sola
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copriva».
Sarebbe stato allora naturale che, in particolare gli uomini impegnati sul-
la linea del fuoco, si ponessero la domanda se non fosse stato inutile entrare
in guerra e bruciare in quei ventinove mesi il fior fiore della gioventù italia-
na. Invece proprio nelle ore immediatamente seguenti la rotta si verificarono
numerosi e esemplari episodi di coraggio in controtendenza con la convulsa
e disordinata fuga dal fronte che, se pur non permisero di arrestare subito l’a-
vanzata austro- tedesca, squarciarono però la cupa atmosfera di quei momenti
mettendo in luce una nuova combattività dei reparti e una ritrovata fermezza
nei comandi.
La difesa di Pozzuolo del Friuli del 29 - 30 ottobre, sostenuta da reparti
della II Armata nei giorni più terribili del ripiegamento, rappresentò senz’al-
tro un avvenimento limitato, non certo l’unico. Nel piccolo centro abitato,
punto nevralgico per ritardare l’arrivo sul Tagliamento degli austro – tedeschi
che poteva seriamente compromettere il ripiegamento della III Armata, la re-
sistenza della II brigata di cavalleria, coadiuvata dagli abitanti che si prodiga-
rono a costruirono barricate, i combattimenti casa per casa sino a notte tarda
e la leggendaria carica del 4˚ reggimento Genova e dei lancieri di Novara per
aprirsi una via di ritirata contro i reparti della 117ª divisione tedesca furono i
segnali di una rinata volontà di resistenza. Gravi le perdite da parte italiana;
per quell’episodio, ricordato anche nel Bollettino del Comando Supremo del
1° novembre, furono proposte molte onorificenze e due medaglie d’oro alla
memoria per Carlo Castelnuovo delle Lanze, tenente comandante una sezione
mitragliatrici e per Ettore Lajolo, capitano dei dragoni di Genova cavalleria.
Con la fine di ottobre e i primi giorni di novembre la guerra del l’esercito
14 Carlo Emilio Gadda, Taccuino di Caporetto. Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917 –
aprile 1918), Milano, Garzanti editore 1991, p. 84.