Page 101 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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ANNI VENTI                                          101

































                         Disegno raffigurante il portapiumetto per bersaglieri, secondo la circolare 650/1927

               gate, avrebbe regolato il dispositivo per l’attacco all’elmetto metallico del piumetto da bersa-
               gliere, sin allora fissato in modo autonomo. Esso consisteva in un tronco di cono in cuoio nero,
               da fissare sul lato destro con due «spille doppie». All’interno di questo astuccio si inseriva il
               gambo del piumetto, da cui pendeva una linguetta di pelle, fermata a sua volta alla parte esterna
               di cuoio con un bottone. In quella sede venne precisato anche il compenso da riconoscere alla
               manodopera, che lo realizzava, per ciascun pezzo su almeno 100 dispositivi forniti: 46 cente-
               simi per il capocalzolaio e 40 centesimi per il capoarmaiolo. Va precisato poi che il fascio di
               piume d’ordinanza era relativamente modesto, mentre sovente nel fuori ordinanza il piumetto
               veniva sostituito con uno molto più abbondante.
                  La scelta tradizionalista di mantenere l’Adrian (genericamente nelle sue diverse versioni),
               tuttavia non escluse durante gli anni Venti il tentativo più teorico che pratico di imprimere una
               veste prettamente nazionale al copricapo da combattimento. A parte i fregi, di cui parleremo
               nel paragrafo successivo, unico particolare su cui ci si impegnò seriamente fu il miglioramento
               della componente balistica ed estetica. Si studiarono uno stampo più rifinito e un assemblaggio
               più solido di quelli sviluppati – per ragioni contingenti – durante la guerra mondiale. Trovarono
               spazio quindi, oltre ai già consolidati modelli Adrian bellici in tutte le varie versioni, di altri
               con diverse soluzioni nel fissaggio del crestino cupolare. Da citare l’uso di ribattini sulle due
               estremità della cresta (alla maniera francese) o sui lati sporgenti dell’elmetto per il fissaggio dei
               ganci reggisoggolo. 178

                  Altra modifica, seppur limitata nell’uso e nel tempo, fu quella che riguardò nel corso degli
               anni Venti la sottrazione della visiera, sostituita sovente con un parafronte. In tal modo l’elmetto
               poté essere anche utilizzato dagli equipaggi dei carri blindati e dalle truppe motorizzate della
               cavalleria.  Del resto l’impiego del copricapo metallico per le truppe corazzate è documentato
                         179
               anche in anni successivi. Come per il caso dell’Aeronautica (di cui parleremo in apposito pa-


               178 E. Bossi-Nogueira, L’elmetto Italiano 1915-1971, op. cit., p. 14; fig. 22 della tavola I del Regolamento sull’U-
                   niforme, promulgato il 20 luglio 1931-IX.
               179 N. Bultrini, op. cit., p. 59.
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