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102 I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015
Elmetto Adrian 15 con fregio del 8° reggimento bersaglieri degli inizi degli anni Trenta
con un pennacchio agganciato fuori ordinanza (collezione Carullo)
ragrafo), in assenza di sufficienti blindature, si ha
notizia che alcuni equipaggi dei reparti semoventi
da 47/32 avrebbero preferito di gran lunga indos-
sare l’elmetto, rispetto al leggero casco di cuoio
nero di specialità. 180
Interessante menzionare come nel 1925, nella
repentina euforia per svecchiare l’uniforme del
Regio Esercito, venne presentato allo stesso Mus-
solini un nuovo tipo di «elmetto» per gli «usi
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di pace e di guarnigione». Nella forma era simile
a quello metallico, ma nella sostanza più vicino a
quello coloniale (o meglio a quello dei ghisa mi-
lanesi), anche per via della coccarda tricolore sot-
tostante al fregio. Questo modello rimase – come
annota con ironia Viotti, definendolo un ridicolo
pitale – nel mondo degli esperimenti e, a parte una
Modello 15 con criniera e fregio
delle batterie a cavallo fotografata parata a Villa Torlonia, non se ne parlò
più. 182
180 N. Pignato-F. Cappellano, Insegne, uniformi, distintivi e tradizioni delle truppe corazzate italiane, op. cit., p.
46.
181 La dizione di «elmetto» venne utilizzata in analogia a quanto disposto per il casco coloniale, chiamato appunto
ormai da decenni anche «elmetto coloniale». E. Bossi-Nogueira, Storia dell’elmetto italiano, op. cit., p. 35.
182 Ibidem, p. 14; A. Viotti, Uniformi e distintivi dell’Esercito italiano fra le due guerre 1918-1935, op. cit., tomo
I, p. 223 e tomo II, p. 156.

