Page 100 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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                  Riunire le varie vernici dopo macinate in un unico recipiente e mescolate bene con un ba-
               stone di legno.


                                                 Applicazione della vernice

                  Con una carta a vetro fina (n. o), togliete all’elmetto, internamente ed esternamente la vec-
               chia vernice, in modo da rendere la superficie ben levigata. Con pennello a spatola, applicare
               la vernice internamente ed esternamente, e mettere ad asciugare l’elmetto in locale asciutto,
               avente una temperatura da 25 a 30 gradi (può bastare anche un locale ben esposto al sole).
                  L’applicazione della vernice deve essere fatta con un solo tratto». 173


                  Si arrivò poi finalmente al Regolamento del 1927, che avrebbe dovuto ordinare tutto quel
               complesso e variegato mondo uniformologico, che dal lontano 1907 aveva spaziato in nume-
               rosi scenari bellici o ad essi comparabili. Purtroppo l’assenza delle tavole, come annota con
               amarezza Viotti, non rese giustizia all’atto normativo, ma fu tuttavia un’essenziale anteprima
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               di quanto poi realizzato nel 1931.  Per quel che ci riguarda, l’elmetto venne citato per gli uffi-
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               ciali, marescialli, sergenti e truppa nella grande uniforme  sotto le armi (salvo i reparti dotati
               di copricapi speciali) e nell’uniforme di marcia nei servizi di ordine pubblico o facendo parte
               di truppe mobilitate. Per la truppa l’elmetto era dotazione anche nell’uniforme di marcia in
               servizio di guardia, eccezion fatta per coloro che disponevano di copricapo speciale. A comple-
               tamento di quanto detto, il 30 aprile 1927 uscirono pure, con la circolare 800, le nuove norme
               sulle dotazioni di pace e di guerra dei vari corpi, armi e specialità dell’Esercito. 176

                  Sia il Regolamento del 1927 che la circolare 800 non dimenticarono poi la tradizione dei
               bersaglieri, citando esplicitamente i «supporti da pennacchietto». In modo similare al ribadito
               segno distintivo dei comandanti,  la circolare n. 650 del 13 ottobre 1927 con tre tavole alle-
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               173 Circolare n. 737 del 20/12/1923 del Giornale Militare.
               174 A. Viotti, Uniformi e distintivi dell’Esercito italiano fra le due guerre 1918-1935, op. cit., tomo I, pp. 245-257.
               175 Essa si portava: «a) come uniforme di giornata, nelle solennità militari e nazionali: genetliaco delle LL. MM.
                   il Re e la Regina e di S.A.R. il Principe Ereditario; Festa dello Statuto; 4 novembre, anniversario della Vitto-
                   ria; nell’anniversario di fatti d’arme celebrati dal Corpo o dall’Arma; di S. Barbara per le armi di artiglieria
                   e genio, e di S. Martino per altre armi e corpi; b) nelle parate, guardie e picchetti d’onore; c) facendo parte di
                   tribunale o di consiglio di disciplina, o comparendo dinanzi ad essi [nota…]; d) nelle funzioni funebri di cui
                   al n. 314 del Regolamento pel servizio territoriale; e) prestando giuramento; f) nella presentazione a gran rap-
                   porto dei nuovi destinatati ad un corpo e nelle visite di dovere degli ufficiali stessi ai Generali da cui il corpo
                   direttamente dipende; g) nelle visite ad autorità non appartenenti all’Esercito, nei casi previsti dagli articoli 35
                   e 36 del Regolamento di disciplina [nota…]; h) nelle presentazioni alle LL.MM. il Re e la Regina ed ai RR.
                   Principi; i) nei ricevimenti, balli e circostanze consimili dove intervengono in forma ufficiale dove interven-
                   gono in forma ufficiale persone della Reale Famiglia; l) nelle solenni funzioni, rappresentanze, teatri, serate
                   e balli dove le autorità non militari intervengono in uniforme ed i civili in abito da società con decorazioni.
                   […]», in ibidem, p. 246.
               176 Per le armi a piedi, se l’elmetto era sempre di prescrizione e indossato in tempo di guerra, in tempo di pace
                   era indicato solo per i servizi di ordine pubblico. Per i militari armati di pistola a rotazione modello 89, per
                   quelli del genio, di cavalleria e degli automobilisti l’elmetto era prescritto senza distinzione tra serie di guerra
                   e quella di pace. Prescrizione particolare per i militari di cavalleria, che lo portavano al seguito in guerra, se in-
                   dossavano il cappello. Per le specialità d’artiglieria, esclusi i gruppi someggiati, in tempo di pace si indossava
                   solo nelle riviste e parate, per i servizi di guardia e di ordine pubblico, mentre in guerra sempre; i someggiati
                   in tempo di guerra sempre, in tempo di pace solo per l’ordine pubblico. Ibidem, pp. 257-2785.
               177 Circolare n. 209 del 29/3/1927 del Giornale Militare; si rimanda alla tavola XXXIII della Istruzione per la
                   divisa degli ufficiali del R. Esercito (edizione 1903).
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