Page 67 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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PRIMA GUERRA MONDIALE 67
Reduci ex garibaldini in forza al 12° reggimento bersaglieri (senza pennacchio)
In aggiunta a quanto già detto, per evitare di rimanerne privi, molti soldati si avvalsero
ancora degli elmetti trovati durante i combattimenti (anche nemici come abbiamo visto), bene-
ficiando delle involontarie eredità dei morti o di coloro che lo avevano perso nella confusione
della battaglia.
In questo contesto, come abbiamo visto, un tormentone ricorrente fu quello di considerare
a tutti gli effetti l’elmetto un’arma. Seguendo questa logica il 15 giugno 1917 venne emanata
questa circolare a firma dell’allora ministro, generale Paolo Morrone: «Per semplificazione
amministrativa, questo Ministero in conformità di quanto ha disposto colla circolare n. 365
del giornale militare 1916 per lo scarico delle coperte da campo e dei pacchetti di medicazio-
ne – determina che anche gli elmetti metallici, distribuiti alle truppe mobilitate ed ai reparti in
Libia e nell’Egeo, siano dagli enti interessati tolti dal carico compilando le prescritte richieste
di scarico, analogamente alle prescrizioni dell’art. 471 del regolamento di amministrazione, per
quanto riguarda i materiali del gruppo A». 115
Questa disposizione certifica non solo la distribuzione degli elmetti durante la Prima guerra
mondiale anche per le truppe dislocate in Libia e in Egeo, ma soprattutto la determinazione
di escludere gli elmetti metallici dal vestiario e dall’equipaggiamento individuale del soldato
(gruppo A dei materiali). Si vedrà nel proseguimento della trattazione la specifica collocazione
dei componenti del copricapo metallico nel gruppo C dei materiali, ossia quelli legati ai servizi
di artiglieria, genio, automobilismo e chimico.
115 Circolare n. 410 del 15/6/1917 del Giornale Militare.

