Page 64 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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                Sopra e nella pagina a fianco: utilizzo da parte delle Forze Armate imperial-regie di modelli 1916 italiani
                                              (Isonzo Gruppo di ricerca storica)



               necessaria oltre che istituzionale, vista sia la scarsità dei beni a disposizione sia l’impossibile
                                                                      106
               capacità tempestiva di distribuire tutto a tempo debito.  Il recupero garantiva non solo ri-
               sparmio economico, ma pronto utilizzo di materiale già collaudato. Ovviamente non si poteva
               lasciare libertà individuale di fare quel che si voleva, ma predisporre un’organizzazione nelle
               retrovie che fungesse a tale scopo.
                  Infatti il problema del recupero di ciò che la “terra di nessuno” offriva era divenuto nei mesi
               un problema non secondario. Il riutilizzo andava fatto, perché complementare al fabbisogno
               dei materiali, ma secondo criteri e con particolare personale comandato. In diverse circolari si
               sottolineò – e quindi si ammonì – la pericolosa (e arbitraria) abitudine dei soldati di raccogliere
               bossoli, pezzi di granate e simili, da inviare a casa come souvenir. Per di più oltre al ritrova-
               mento di materiale proprio, i militari avevano iniziato pure a raccogliere equipaggiamento del
               nemico. Tale pratica generò due provvedimenti da parte del Comando. In prima battuta si vietò
               l’appropriazione di questo materiale, perché secondo le alte sfere militari doveva essere raccol-
               ta e inviata nelle retrovie, in attesa di creare un futuro museo della guerra, allestito anche con
               le prede belliche. Il secondo problema, molto più grave, fu la notizia che il governo di Vienna
               aveva dato ordine ai propri militari di fucilare gli italiani catturati «muniti d’indumenti, e par-
                                                                                107
               ticolarmente di elmetti, in uso presso l’esercito austro-ungarico».  La decisione, pervenuta
               all’indirizzo del Comando Supremo, tramite la diplomazia in terra neutrale di Spagna, era la
               risposta – a titolo di ritorsione – al menzionato medesimo trattamento che i comandi del Regio



               106 G. Liuzzi, Ricordi e pensieri di un ex-Intendente d’Armata, Stabilimento Poligrafico per l’Amministrazione
                   della Guerra, Roma 1922, pp. 165-166.
               107 AUSSME, B3, b. 46, f. 139, documento 4094 del Comando della 3^ Armata del 6/12/1917.
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