Page 62 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
P. 62

62                            I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015































                           Bersaglieri ornati di evidenti saldature artigianali per portapiumetto a imbuto


               pre potrebbero venire tempestivamente soddisfatte se non contenute entro termini possibili». 101
                  Il  rammentare  ai  soldati  che  il  copricapo  metallico  doveva  essere  considerato  al  pari  di
               un’arma non doveva essere un eccesso di zelo del Comando Supremo. Vennero registrati casi
               di negligenza o di deliberata disubbidienza. In alcuni casi fu usato persino come arma impropria
               in contesti estranei ai combattimenti. Il corrispondente di guerra filo-cadorniano Rino Alessi
               del Secolo, fatto oggetto di una vivace contestazione nelle retrovie del fronte isontino, così si
               confidava al suo direttore sull’accoglienza ricevuta dai militari al suo passaggio in autovettura:
               «fischi improperi, lanci di sporcizie. Mi sono trovato un elmetto nella macchina». 102
                  Considerata la costante formazione di nuovi reparti, non era possibile rifornire all’infinito
               quelli già dotati di copricapi metallici. Ancora nel maggio del 1917 Porro, vista la situazione
               sempre più deficitaria di materiali, prescrisse un’intensificazione della raccolta degli equipag-
                                                                                                  103
               giamenti abbandonati: azione nell’interesse dell’Esercito e dell’economia nazionale.  Ram-
               mentò di aver «raccomandato di far raccogliere sul campo gli elmetti abbandonati e guasti e
               farli sollecitamente riparare e ripristinare». In questa sede il sottocapo di Stato Maggiore fu
               perentorio: da quel momento in poi sarebbe stata responsabilità degli stessi ufficiali l’eventuale
               pigrizia o irregolarità nella cura che i rispettivi soldati dedicavano ai propri elmetti. Venne ag-
               giunto poi che:
                  «Per quanto si riferisce alle accennate operazioni di ricupero è della massima importanza
               che esse siano convenientemente disciplinate, ed è opportuno che gli elmetti ricuperati i quali
               si trovano ancora in buone condizioni anziché essere inviati al deposito del 27° reggimento
               artiglieria di Milano siano trattenuti presso i magazzini d’artiglieria, o versati ad altri laboratori,
               per essere rapidamente disinfettati con ottimo risultato presso la 3ª Armata». 104
                  Pochi giorni dopo il generale Porro tornò sull’argomento: «facendo presenti le ognor più


               101 Documento 16150 di Porro del 31/1/1917 (Comando Supremo – Riparto operazioni – Ufficio tecnico).
               102 G. Rocca, Cadorna, Mondadori, Milano 1988, p. 237.
               103 AUSSME, B3, b. 46, f, 139, circolare 91511 di  Porro del  10/6/1917;  viene  citata la  circolare 24700 del
                   17/07/1916.
               104 Circolare 19610R di Porro del 6/5/1917 (Comando Supremo – Riparto operazioni – Ufficio tecnico).
   57   58   59   60   61   62   63   64   65   66   67