Page 94 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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94 I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015
nella seduta dell’11 maggio 1922 il generale Gaetano Giardino espresse la propria volontà di
conservare l’elmo di guerra, soprattutto per le riviste e parate. Gli rispose il generale Angelo
Modena, allora direttore generale dei Servizi logistici e amministrativi, precisando che dava per
scontata tale proposta, «perché lo si considera oramai come materiale d’armamento». 160
Vale la pena soffermarci su questo particolare aspetto, peraltro già emerso durante la guerra
mondiale e non solo come faccenda amministrativa di carico, facendo una breve digressione.
Tale considerazione del generale Modena trova conferma pure in una coeva circolare del Gior-
nale Militare, che vale la pena citare quasi per intero:
«Gli elmetti metallici in uso per la truppa rappresentano un mezzo di difesa per il soldato, e
quindi non debbono essere considerati come un comune oggetto di vestiario. Essi vanno invece
considerati come materiali di armamento, e perciò senz’altro compresi fra quelli del gruppo C
amministrati, per ragioni di competenza, dalla direzione generale di artiglieria.
Pertanto d’ora innanzi gli elmetti in distribuzione alle truppe debbono essere tenuti regolar-
mente in carico ai corpi, così come avviene per ogni altro materiale di armamento (armi, muni-
zioni e buffetterie) e tolti dal carico stesso solamente quando vengono versati alle direzioni di
artiglieria per essere riparati. […]
Soggiungesi che, per esigenze di carattere amministrativo, venne tuttavia ritenuto necessario
di far gravare sui fondi stanziati per il vestiario tutte le spese inerenti alla provvista, manuten-
zione e rinnovazione delle guarniture non metalliche degli elmetto, nonché dei fregi. […]
In dipendenza di quanto sopra, rimane perciò stabilito quanto appresso:
1. Gli elmetti vanno prelevati dai corpi presso le direzioni di artiglieria della circoscrizio-
ne, le quali dovranno provvederli completi, ma senza cuffia interna, né sottogola, né
fregi.
2. I corpi dovranno per proprio conto provvedere alla manutenzione ed alle piccole ri-
parazioni (verniciatura, ammaccature lievi) degli elmetti che hanno in carico, nonché
all’adattamento degli elementi di guarnitura, attenendosi alle modalità di cui al ripetuto
dispaccio 3810, per quanto riguarda la parte metallica. […]
3. La fabbrica d’armi di Roma è incaricata di provvedere ai corpi le guarniture metalliche
(esclusi i fregi), effettuandone la distribuzione a pagamento. Detto stabilimento dovrà
quindi provvedere per gli acquisti dal commercio o per la diretta produzione di dette
guarniture, […] nella misura necessaria e da stabilirsi in base ad un congruo periodo di
esperimento.
4. La fabbrica d’armi anzidetta, fino a totale esaurimento del quantitativo di elmetti de-
teriorati che presentemente conserva nei propri magazzini, e le direzioni di artiglieria,
in maniera continuativa per gli elmetti che man mano versano i corpi, debbono inoltre
provvedere […] perché detti elmetti vengano rimessi in efficienza (escludendo, ben
inteso, quelli che risultino senz’altro fuori uso), valendosi del concorso dell’industria
privata e attenendosi alle apposite norme che saranno quanto prima stabilite con prov-
vedimento a parte. Gli elmetti così ripristinati, dovranno servire per i bisogni di cui al
precedente n. 1. Questo ministero si riserva di ripartire fra le varie direzioni d’artiglieria,
a misura del bisogno, gli elmetti che vengono riparati a cura della fabbrica d’armi di
Roma». 161
160 Verbale della 38ª seduta, in ibidem, p. 160.
161 Circolare n. 194 del 4/5/1922 del Giornale Militare.

