Page 151 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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Le uniformi, i distintivi, L’equipaggiamento e L’armamento               151

              conciato ad uso cuoio inglese” lunga 44 centimetri e mezzo e larga 15 mil-
              limetri e dotata di fibbia in ferro verniciato di nero fissata ad un’estremità e
              “foggiata a riscontro e munita di sei fori” all’altra.

              Cravatta da collo
                 La cravatta era a fascia, costituita da una striscia rettangolare di tela di coto-
              ne bianca spinata o di lana alta 22 centimetri e lunga 90 centimetri che veniva
              ripiegata per lungo in due parti ed avvolta intorno al collo con i capi incrociati
              e fermati con un nodo sul davanti, in modo tale da sporgere per non più di due
              centimetri dal colletto della giubba o del cappotto.
                 Fuori servizio era permesso indossare una cravatta inamidata.

              Elmetto con nappina e fregio
                 Tenuto conto del clima continentale della Cina e che come tale prevedeva
              lunghi periodi estivi caldo-umidi, tutti i reparti ricevettero l’elmetto coloniale al
              momento della partenza da Napoli allora in dotazione al Corpo speciale d’Afri-
              ca, copricapo di aspetto elegante e di indubbia utilità in un clima come quello
              della nostra colonia africana, ma che in Cina evidenzierà tutti i suoi difetti tanto
              da venir presto sostituito dal più adatto elmetto coloniale in dotazione ai reparti
              inglesi.
                 L’elmetto era composto dallo scheletro, dalla copertura, dalla fodera e da
              una serie di accessori quali l’alluda, i gancetti, la fascia, gli occhielli, il bottone
              gemello a vite ed un piccolo trapezio di tela.
                 Lo scheletro, realizzato in un solo pezzo e “foggiato in guisa che la sua par-
              te superiore costituisce la coppa e la parte inferiore comprende la visiera e la
              gronda o coprinuca”, veniva ottenuto grazie a numerose stratificazioni di una
              pianta acquatica leggerissima, la “Aeschynomene paludosa” originaria delle
              Indie orientali e delle sponde del Nilo, rivestite all’interno ed all’esterno con
              carta sottilissima e con altre stratificazioni della stessa pianta.
                 Nella coppa erano presenti tre fori, uno del diametro di 25 millimetri nella
              parte superiore e due del diametro di 14 millimetri posti ai lati, l’uno in corri-
              spondenza dell’altro, protetti da occhielli di ottone verniciato muniti di otto fori
              ciascuno che servivano per la “rinnovazione dell’aria” e “sia di ornamento,
              sia per impedire che la tela della copertura si sfili”.
                 La copertura dell’elmetto era realizzata in tela di cotone bianca, più leggera
              di quella usata per il vestiario la cui forma si otteneva tagliando la tela in sei
              spicchi e cuciti assieme tramite due cuciture, una interna e l’altra esterna.
                 La fodera comprendeva due parti separate, una che copriva la visiera, le
              parti laterali ed il coprinuca ed era di cotone verde scuro e l’altra, anch’essa in
              tessuto di cotone, che copriva una parte della calotta interna.
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