Page 265 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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Le uniformi, i distintivi, L’equipaggiamento e L’armamento               265

              alle uniformi da indossare in previsione dell’imminente stagione autunnale: “a
              datare dal 1° ottobre prossimo venturo e fino a nuovo ordine nei servizi esterni
              e di guardia e durante la libera uscita la truppa indosserà la giubba di panno
              i pantaloni di cachi (sic) ed il chepì o colbacco. Nel presidio di Hansung è
              autorizzato l’uso dei pantaloni di tela ordinaria in luogo di quelli di cachi. Du-
              rante la notte le sentinelle indosseranno la mantellina. La tenuta della truppa
              durante le istruzioni esterne sarà stabilita volta per volta dai Comandanti di
              presidio. Dalla stessa data agli ufficiali del Regio esercito del Corpo di occu-
              pazione è data facoltà di vestire indifferentemente l’uniforme estiva e quella
              invernale, ferme restando le disposizioni date coll’Ordine di massima n.1 del
              20 giugno 1902 relative all’uniformità di tenute in determinate circostanze,
              ed al divieto d’indossare contemporaneamente effetti della tenuta estiva e di
              quella di panno.”
                 Agli inizi di febbraio del 1903 il Comando avvertiva gli ufficiali che erano
              “in corso modifiche ai distintivi delle giubbe a due petti e da campagna” ma
              che per il momento si restava in attesa di notizie certe in merito, notizie che
              giunsero poco tempo dopo e non ebbero alcun effetto per gli ufficiali impegnati
              in Cina, tanto che l’Ordine del giorno del 18 febbraio comunicò loro che “fino
              al 1° luglio prossimo venturo gli ufficiali si asterranno dal modificare le unifor-
              mi in base all’atto 326 del Giornale Militare 1902” lasciando quindi invariati i
              distintivi di grado con l’intreccio a fiore aboliti in Patria sia sulle giubbe a due
              petti che su quelle da campagna.
                 Il 29 giugno venne data comunicazione di una decisione del Ministero in
              base alla quale e fino a nuovo ordine gli “ufficiali di fanteria delle Regie Truppe
              in Cina” non dovevano “far uso dei colletti colle mostrine delle Brigate “ ma
              continuare invece “a portare il colletto con le fiamme”.
                 Questa comunicazione  veniva tuttavia  smentita  pochi mesi dopo quando
              l’Ordine del giorno del 6 settembre comunicava “per opportuna norma dei
              Signori Ufficiali che continueranno a far parte di queste R. truppe dopo il cam-
              bio dei contingenti” che “fino dal principio del prossimo periodo invernale essi
              saranno tenuti ad indossare le tenute modificate secondo l’Atto 326 del 1902” e
              quindi a togliere finalmente l’intreccio a fiore dai distintivi di grado.
                 Il 29 settembre iniziarono le operazioni di rimpatrio di parte del contingen-
              te ancora presente in Cina ed in quell’occasione il Comando Truppe diramò
              le norme da seguire in materia di uniformi, in base alle quali ogni individuo
              in partenza avrebbe dovuto ritirare una tenuta di tela completa ed indossare
              all’imbarco giubba e pantaloni di panno, assicurare la mantellina allo zaino
              e riporre tutto il resto del corredo nello zaino stesso e nel sacco vestiario ed
              avrebbe dovuto riconsegnare al magazzino vestiario il berrettino da scuderia,
              due paia di calze di lana, due camicie di cotone, il cappuccio di lana, l’elmetto
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