Page 253 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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DALLO STRETTO AL VOLTURNO 251
Basti esaminare, nell’insieme e nei particolari, le azioni che egli preparò e
diresse e, per non uscire dal limitato campo del nostro studio, le operazioni
per il passaggio dello stretto di Messina, la celerissima conquista della Cala-
bria e la marcia che, colla rapidità della folgore e la maestà del trionfo, lo por-
tò fino a Napoli. Attraverso inevitabili errori e incertezze, dovuti assai spesso,
si noti, ai suoi sottoposti, è facile scorgere la bravura artistica di chi la guerra
conosce e la guerra sa fare. Situazioni critiche, gravi problemi, che avrebbero
affaticato la mente di esperti ufficiali di S.M, furono affrontati e risolti con
sicura decisione; difficoltà logistiche, come oggi si dice, abilmente superate e
ciò nonostante le gravi imperfezioni e le molte manchevolezze dello strumen-
to di cui il generale disponeva.
Vediamo.
Conquistata la Sicilia, Garibaldi si propone di passare nel continente, ma,
al di là dello stretto, fanno buona guardia i cannoni dei forti e vegliano, spo-
standosi continuamente, le truppe borboniche. Sul mare incrocia la squadra,
seppure non sempre attenta e, forse, in parte infedele.
Dove costituire una base di partenza? Ed ecco la felice scelta della punta del
Faro che, mentre gli consente di raccogliere, e quasi di isolare, la sua piccola ar-
mata, che gli preme inquadrare e organizzare per le prove future, è un vero
ponte di abbordaggio proteso verso la costa calabra e da ogni parte veduto, os-
servato, sorvegliato. Poiché conviene a Garibaldi che i borbonici distolgano lo
sguardo dal punto o dai punti in cui ha già stabilito di prender terra egli, con
ogni mezzo, procura di indurre il nemico nella persuasione che si prepari un
altro sbarco, come quello di Marsala, nei pressi di Napoli. Dio toglie di senno
chi vuol perdere e, alla corte di Re Francesco, poco ci si preoccupa della costa
calabra minacciata da vicino e molto, invece, si teme per la capitale.
Dove sbarcare? Su qual punto dirigere l’avanguardia che dovrà costituire
la «testa di ponte» al di là dello stretto? Presso Reggio munita o presso Scilla?
Tentativi di sbarco sono effettuati, qua e là, da piccoli contingenti. Se essi
giungeranno all’approdo, tanto meglio, chè subito saranno seguiti dai grossi,
ma egli, nel segreto del cuore, ha già determinato di gettarsi verso Mèlito, a
levante di capo dell’Armi, dove meno vigile sarà il nemico e più probabili la
sorpresa e il successo.
Giunto finalmente sulla costa della Calabria, la rapidità diventa condizio-
ne essenziale per la riuscita delle operazioni. Se a punta del Faro non gli im-
portava troppo l’attendere, chè il tempo era suo alleato, ora ogni indugio è

