Page 251 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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sesso il 1° reggimento fanteria Savoia e il 4° granatieri.
La resa di Capua con 57000 uomini e 290 bocche da fuoco dette modo e
occasione al generale Della Rocca di esprimere a Garibaldi il suo compiaci-
mento per la condotta delle camicie rosse, ma si trattava di manifestazioni
platoniche e di doverose constatazioni. Nell’ordine del giorno diretto al suo
V Corpo, egli diceva ai suoi uomini: «Vi siete, per la prima volta, trovati al
fianco dell’Armata sorella, che dopo aver destato l’universale ammirazione,
sta ora, quale insormontabile barriera fra il doloroso passato di questo Regno
e il suo glorioso avvenire».
Condotta a termine la mirabile impresa, compiuta la straordinaria missio-
ne, Giuseppe Garibaldi si accingeva a ritornare nel lontano romitaggio in co-
spetto al suo mare sonante.
Il 31 di ottobre presentò alla fedele legione ungherese la bandiera, che le
donne napoletane avevano intessuto per i fieri Magiari venuti a dar la vita per
una causa che non era la loro, e il 4 di novembre appuntò, sul petto dei Mil-
le di Marsala, di Calatafimi e di Milazzo, la medaglia che la città di Palermo
aveva decretato in loro onore.
Infine il 6, sulla piazza di Caserta, passò in rassegna le belle legioni, pitto-
resca accolta di guerrieri nelle assise più diverse - camicie rosse e pantaloni gri-
gio-azzurri, semplici abiti civili contrassegnati soltanto da un numero, da un
distintivo, da un fazzoletto, costumi siciliani e calabresi, uniformi che rasso-
migliavano a quelle dei regolari, berretti, chepì, cappelli da bersagliere, cap-
pelli calabresi - moltitudine di prodi che avevano disfatto una delle armate
più pregiate in quel tempo, abbattuto un trono secolare, realizzato, in un so-
lo anelito di fede e di entusiasmo, l’unione del Mezzogiorno col Settentrione.
Il condottiero, montando un impetuoso cavallo, passò dinanzi alle schiere -
indimenticabile visione - vestendo il caratteristico costume ch’era famoso in
tutto il mondo: cappello piumato a larghe falde, camicia rossa listata di ver-
de, pantaloni grigi in alti stivali, mantello bianco svolazzante.
Il giorno successivo, sotto una pioggia scrosciante e fra le deliranti accla-
mazioni del popolo napoletano, ch’ebbe la grande ventura di vedere insieme
i due uomini più rappresentativi della nostra rinascita, Garibaldi accompagnò
il Re nel suo ingresso solenne nella capitale, fino alla Reggia e poi al Duomo.
Sedeva nella carrozza reale, che scortavano a cavallo i generali Türr e Della
Rocca, alla sinistra del Sovrano, avendo di fronte i due prodittatori. Fu quel-
la l’ultima volta che il popolo vide il condottiero per le vie di Napoli.

