Page 159 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
P. 159

L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito                159


               dipendenti dallo Stato maggiore generale della Fanteria e, successivamente, nel
               corso dei secoli XVII-XVIII, tale ordinamento subì numerose trasformazioni, sia
               nel numero dei reggimenti sia nelle specialità che ne facevano parte (guardie,
               fucilieri, ecc.).
                  Con l’occupazione francese del Piemonte, nel dicembre 1798 Carlo Emanuele
               IV sciolse dal giuramento di fedeltà le sue truppe ad eccezione del Reggimento di
               Sardegna di stanza nell’isola mentre in terraferma i reggimenti di Fanteria nazio-
               nale d’ordinanza formarono 4 mezze brigate (3 di linea e una leggera) che, dopo
               aver combattuto al fianco dei francesi contro le truppe austro-russe, venivano
               sciolte nel maggio del 1799.
                  Nel gennaio 1800, durante l’occupazione austro-russa, il Consiglio supremo
               del re di Sardegna organizzava una serie di reparti di Fanteria, poi congedati nel
               giugno dello stesso anno. Con il ritorno dei francesi, il Governo piemontese for-
               mava, con elementi già appartenenti ai reggimenti d’ordinanza, 4 battaglioni di
               linea, in seguito riuniti in mezze brigate.
                  Nel 1814 si avviò la ricostituzione dei reggimenti di Fanteria che, nell’ottobre
               1815, assumono la qualifica di «brigata», ciascuna articolata su 2 battaglioni in
               tempo di pace e su 4 battaglioni in tempo di guerra.
                  Nel 1831 le brigate acquisivano veste di grande unità e venivano divise, cia-
               scuna, in 2 reggimenti (1° e 2°), composti da battaglioni (2 in tempo di pace e 3 in
               tempo di guerra), a loro volta strutturati su 4 compagnie fucilieri, una compagnia
               granatieri e una compagnia cacciatori. Rilevata la necessità di dover disporre, per
               il servizio d’esplorazione e per missioni di carattere prettamente offensivo, di uo-
               mini particolarmente agili e dotati di eccellenti doti come tiratori, nel 1836 veniva
               istituito, su proposta e per opera di Alessandro Ferrero La Marmora, il Corpo dei
               bersaglieri formato inizialmente su 2 compagnie, aumentate successivamente a
               4 e riunite, dal 1843, in un battaglione. Nel frattempo i reggimenti di linea – a
               esclusione di quelli della Brigata guardie – prendevano il numero progressivo da
               1° a 18°, venivano denominati «reggimenti di Fanteria» e ordinati in 3 battaglioni
               attivi e in un battaglione di deposito.
                  Durante le campagne risorgimentali si registrarono numerose trasformazioni
               e varianti ordinative tra cui la trasformazione della Brigata guardia in Brigata
               granatieri.
                  Nel 1861, completata l’unificazione nazionale, veniva realizzato il riordina-
               mento dell’Esercito italiano e l’Arma di fanteria – nata dalla fusione graduale
               della Fanteria piemontese con le fanterie degli stati preunitari e con le milizie
               dei Cacciatori delle Alpi e degli Appennini – veniva ordinata su 10 reggimenti di
               Fanteria di linea, 2 reggimenti Cacciatori delle Alpi e 2 reggimenti di Granatieri;
               i battaglioni Bersaglieri, diventati unità tattica, venivano portati al numero di 36 e
               riuniti in 6 comandi che, nel dicembre dello stesso anno, presero il nome di «reg-
   154   155   156   157   158   159   160   161   162   163   164